La madre fu uccisa e venne condannato
Tironi torna: vuole revisione processo

È un Cesare Battisti al contrario Flavio Tironi, bergamasco, condannato a 22 anni di carcere per la morte della madre Gemma Lomboni nella loro abitazione di Mozzo (Bergamo), nell'agosto del '94.

È un Cesare Battisti al contrario Flavio Tironi, bergamasco, condannato a 22 anni di carcere per la morte della madre Gemma Lomboni nella loro abitazione di Mozzo nell'agosto del 1994.

L'ex leader dei Pac si è sempre opposto alla sua estradizione dal Brasile, mentre Tironi è tornato in Italia (è nel carcere di Rebibbia a Roma) per sostenere la revisione del processo dopo che il padre, condannato con lui, lasciò una lettera in cui si assumeva la responsabilità dell'omicidio, scagionandolo.

La sentenza passo in giudicato nel maggio 2013: 22 anni per omicidio volontario a Tironi, il figlio della vittima, che viveva da latitante dal novembre 2008. E ventidue anni Michele, padre di Flavio e marito della vittima, morto a 76 anni nell'aprile del 2011 mentre stava scontando la pena agli arresti domiciliari.

Sull'omicidio di Gemma Lomboni, la casalinga di 55 anni trovata morta nella cantina di casa in via Bellini a Mozzo, sono sempre rimaste alcune ombre. Verdetti altalenanti. Prova ne sono le sentenze dagli esiti discordanti che si sono succedute dal 2002 al dicembre 2008, quando la Cassazione ha emesso il verdetto definitivo. Assolti entrambi con la formula dubitativa in primo grado nel 2002: i giudici erano convinti che uno dei due era l'assassino, ma non sapendo con certezza chi, non si poteva condannare nessuno.

L'anno dopo in appello piovvero 22 anni per Flavio e l'assoluzione dal favoreggiamento per Michele, non punibile in quanto familiare. Nel 2004 la Cassazione rimandò alla corte d'assise d'appello: padre e figlio innocenti. L'anno dopo la Corte suprema annullò la sentenza, con il processo che tornò nuovamente davanti a un'altra corte d'assise d'appello. Che, nel 2008, condannò entrambi a 22 anni

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