«Un milione di profughi in un continente
di 820 milioni è davvero un problema?»

«Ma l’arrivo di poco più di un milione di persone in un continente di 820 milioni di abitanti può essere considerato una crisi? La risposta dovrebbe essere: “no”. Lo diventa se, invece di agire in maniera coordinata, ognuno agisce per sè, magari innalzando muri e barriere».

« E allora questa crisi diventa più di una crisi dei rifugiati e diventa una crisi dei nostri valori fondativi. Diventa una crisi se si scarica la gestione del flusso su una manciata di Paesi». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento alla conferenza dei presidenti parlamenti del Consiglio d’Europa.

«Diventa una crisi se si ritiene che la solidarietà sia a senso unico, se vogliamo ricevere assistenza nei periodi difficili, ma non vogliamo contribuire ad aiutare gli altri membri della famiglia europea quando ne hanno bisogno. L’arrivo di un milione di richiedenti asilo e migranti - ha aggiunto - costituisce una crisi, infine, se, a causa della mancanza di standard comuni di accoglienza in tutta Europa, le persone in fuga da guerre e persecuzioni cercano di raggiungere i Paesi dove beneficiano di servizi migliori e, dunque, le possibilità d’integrazione sono maggiori. Ma credo che ognuno di noi lo farebbe: in fuga da un bombardamento, o dai tagliagole dell’Isis, anche noi andremmo dove si sta meglio. La colpa della crisi, dunque, non è dei rifugiati. La crisi, cari colleghi, è dovuta al fatto che abbiamo deciso, in larga misura, di agire in maniera individuale e non collettiva».

«Abbiamo subìto gli accadimenti invece di prevederli, anche se, con milioni di rifugiati fuori dai propri Paesi, non è difficile immaginare che, al tempo della globalizzazione, qualcuno di essi voglia andare più lontano e non fermarsi negli Stati confinanti. In un mondo in cui sono oltre 63 milioni le persone costrette a fuggire dalle proprie case, più della popolazione italiana, possiamo semplicemente trovare soluzioni-tampone come chiudere temporaneamente una rotta? Ê così che pensiamo di risolvere il problema? Possiamo voltare la testa dell’altra parte, delegando l’accoglienza dei rifugiati a Paesi che non sempre rispettano i diritti umani, quando solo il 6% dei rifugiati al mondo è ospitato in Europa?».

« Possiamo non impegnarci fino in fondo per porre fine ai conflitti che ci circondano, puntando l’attenzione sul vero deficit dei nostri tempi, il deficit di pace? Tutto intorno a noi ci sono conflitti. Nella Giornata mondiale della Democrazia - giovedì 15 settembre - ricordiamoci che, senza diritti, senza il rispetto dei diritti di tutti, dei diritti fondativi della nostra Europa, la democrazia non può esistere e rischia di diventare una scatola vuota», ha concluso Boldrini.

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