Una volontaria in Cisgiordania:
6 mesi tra donne e nonviolenza

«La sistematica e quotidiana negazione dei propri diritti: questo significa vivere sotto occupazione». Riassume così la propria esperienza Eleonora Gatto, ventottenne di Misano Gera d’Adda, tornata a giugno dalla Palestina, dove è stata impegnata in un progetto europeo.

«La sistematica e quotidiana negazione dei propri diritti: questo significa vivere sotto occupazione». Riassume così la propria esperienza Eleonora Gatto, ventottenne di Misano Gera d’Adda, tornata a giugno dalla Palestina, dove è stata impegnata in un progetto europeo con l’ong Servizio civile internazionale e i Comitati di Resistenza popolare.

Alle spalle diverse esperienze in giro per il mondo e un Master in Cooperazione internazionale, Eleonora ha vissuto per sei mesi a Nabi Saleh, un villaggio della Cisgiordania impegnato nella lotta di resistenza contro l’occupazione israeliana.

«Pur essendo partita con una certa preparazione - racconta la giovane volontaria -, non si è mai realmente pronti di fronte a proiettili sparati ad altezza d’uomo, nuvole di gas lacrimogeni, raid notturni, assedi, incursioni militari e una rabbia crescente di fronte alla violenza utilizzata dall’esercito israeliano contro un movimento nonviolento di civili disarmati».

Situato vicino a Ramallah, Nabi Saleh si oppone all’espansione della colonia di Halamish che, sin dalla sua fondazione nel 1977, ha sottratto terre e risorse idriche al villaggio.

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