Unione inquilini contro l’Aler «Minacce di sfratto sui box»

L’Unione inquilini è sul piede di guerra con l’Aler di Bergamo. Il motivo delle tensioni sono le lettere inviate nei giorni scorsi dall’Aler di Bergamo ai suoi inquilini per la sottoscrizione dei nuovi contratti che separano l’affitto per l’alloggio a quello dei box. «Dopo aver avviato le procedure per la sottoscrizione dei nuovi contratti separati - scrive il segretario provinciale dell’Unione inquilini Fabio Cochis, associazione che aderisce alla Confederazione unitaria di base (Cub) -, l’Aler ora minaccia gli assegnatari che, giustamente, non li hanno firmati. Le lettere spedite sono di diffida, dal tono palesemente aggressivo e minaccioso verso gli assegnatari: li si vuole spaventare con presuntuose e arroganti minacce di sfratto dall’uso del box».Ma la Aler di Bergamo chiarisce le cose e nega qualsiasi tono di minaccia: «Abbiamo inviato agli inquilini che hanno sia l’alloggio che il box la lettera con la quale si specifica la necessità di attuazione della nuova legge regionale 27 sui canoni - spiega Bruno Marzia, direttore dell’Aler di Bergamo -. Questa norma specifica che i contratti degli alloggi devono essere disgiunti da quelli dei box così la nuova legge stabilisce che i canoni di locazione dei garage devono essere allineati ai valori di mercato». Da qui l’invio delle lettere: «Abbiamo ridefinito i canoni ed effettuato la separazione dei contratti di abitazione e box. Abbiamo inoltre specificato nella lettera, ma senza alcun messaggio minaccioso o di diffida, che se i locatori non firmassero i nuovi contratti, in base a una legge nazionale, la registrazione dei nuovi documenti seguirà comunque il suo iter di attuazione». Una sorta di assenso consenso, che però l’Unione inquilini non condivide: «La legittimità di separare i contratti e di pretendere il nuovo affitto per i box è tutta da dimostrare - continua Cochis -. Il richiamo all’articolo 1339 del Codice Civile è totalmente improprio, poiché la parte economica dei contratti può essere modificata unilateralmente solo se il nuovo prezzo viene indiscutibilmente fissato per legge, superando così l’originaria volontà delle parti. La legge regionale però non stabilisce un valore certo, univoco e determinato (come per esempio faceva la legge di Equo canone), si limita ad indicare come nuovo valore “i prezzi di mercato” che per definizione sono variabili e/o lasciati alla contrattazione delle parti. Contrattazione che nel caso di specie non esiste perché il prezzo lo ha stabilito lo stesso Aler, cioè una sola delle parti in causa».Da qui la replica dell’Aler: «Prima di tutto la Bergamasca è l’unica provincia in Lombardia a non aver ancora attuato la separazione dei contratti: questa pratica era già stata avviata nel 2005 e attuata sui nuovi locatari: se però secondo la legge precedente alla 27 le separazioni dovevano essere effettuate entro il 2010, con questa nuova norma la separazione è da effettuare subito e su tutti gli affittuari». Poi Marzia aggiunge: «Inoltre, se la legge regionale parla di un allineamento dei canoni dei box al valore di mercato, i nostri calcoli attuati sono mediamente il 50 per cento al di sotto di questi valori. Per intenderci, siamo sui 530-560 euro all’anno per un box nel centro cittadino».Ma l’Unione inquilini rimane sulla sua posizione: «Non solo confermiamo che in assenza di una contrattazione tra le parti e/o le loro rappresentanze sindacali, che definisca concordemente il nuovo affitto dei box, gli assegnatari non hanno alcun obbligo di sottoscrizione dei contratti di affitto dei box - conclude Cochis -, ma precisiamo anche che l’Aler non ha alcuna possibilità di sfrattare nessuno per la mancata firma del contratto. Chiediamo pertanto formali scuse nei confronti degli assegnatari che si vedono trattati come inadempienti sulla base di fantasiose interpretazioni della legge. Si apra piuttosto la trattativa sui nuovi affitti dei box».(07/10/2008)

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