«Vanessa e Greta ce la faranno
Le aiutano persone straordinarie»

«Ti uccidono con i minuti e con le ore», ripete Domenico Quirico, inviato di guerra de «La Stampa», rapito in Libia nel 2011 con altri tre colleghi e successivamente in Siria nell’aprile 2014, per essere liberato cinque mesi dopo.

«Il sequestro, ogni sequestro, è un vuoto insopportabile - aggiunge -. È un precipitare nell’assenza totale, in una sorta di non vita nei confronti di quelli che ti stanno attorno, di quelli a cui vuoi bene. Rimane solo chi ti ha sequestrato».

Quali motivazioni ci sono dietro un sequestro come quello di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo? «Posso parlare solo in generale, senza riferimenti alle due ragazze perché non conosco direttamente i fatti e la situazione. Ma da un punto di vista universale possiamo dire che le bande di sequestratori si dividono in due tipi. Il primo può essere costituito da falsi islamisti, falsi rivoluzionari, in realtà criminali che sotto i paramenti dell’islam vogliono solo i soldi. Il secondo tipo è costituito da gruppi legati a estremismi religiosi come l’Isis o altri. Tra questi due estremi c’è tutta una serie di condizioni intermedie».

C’è chi sostiene che le due ragazze siano state molto imprudenti nell’avventurarsi in un territorio di guerra così pericoloso. «La prudenza e l’imprudenza è un tipo di bilancia che non utilizzo in questi casi. In fondo quello di Greta e Vanessa è stato uno sforzo per aiutare altre persone. C’è una componente di rischio, è vero. Ma se noi fossimo legati alla logica del fino a che punto arrivo, magari con il bilancino, non faremmo mai nulla».

Ce la faranno?«Sì, ce la faranno, perché le persone che stanno lavorando per farle uscire dal luogo in cui si trovano sono delle persone straordinarie, molto professionali e capaci».

© RIPRODUZIONE RISERVATA