Vertova: terzo furto in 4 anni
Il sindaco: «È ora di dire basta»

Il sindaco di Vertova Riccardo Cagnoni, vittima lui stesso del terzo furto in quattro anni, rivolge in una lettera aperta alle forze politiche di governo e di opposizione un appello per ottenere risposte concrete al problema della sicurezza.

Il sindaco di Vertova Riccardo Cagnoni rivolge in una lettera aperta alle forze politiche di governo e di opposizione un appello per ottenere risposte concrete al problema della sicurezza. La raffica di furti che sta colpendo la Valle Seriana e tutta la Bergamasca non ha risparmiato nemmeno l’abitazione del sindaco che ha subito nella notte di Capodanno il terzo furto in quattro anni, «nonostante la presenza del sistema di allarme, regolarmente attivatosi, - racconta il sindaco - ma in quattro minuti i ladri hanno devastato la camera con mazza e smerigliatore violando quello che ciascuna famiglia ha di più caro: la propria intimità».

Cagnoni denuncia, condividendo la riflessione con i colleghi sindaci, che la percezione della sicurezza da parte dei cittadini è non è mai stata così bassa. «I cittadini chi li tutela e come? - chiede Cagnoni ai politici -. In questi mesi si sono moltiplicate le assemblee ed i dibattiti pubblici, ai quali io stesso ho presenziato, che di positivo hanno lasciato solo una folta partecipazione sintomo di un’attenzione ed una preoccupazione elevata per il dilagarsi del fenomeno, e dalle quali è emerso un coro unanime: la gente reagisce in modo talvolta scomposto ma reagisce perché non si sente tutelata».

E le forze di polizia non riescono ad arginare il problema: «Fanno quel che possono - continua Cagnoni -, ma combattono una battaglia impari, con scarsi mezzi e personale e contro un nemico che ha poco o nulla da perdere. Fra la gente c’è forse qualcuno spinto da sentimenti vendicativi ma la larghissima parte chiede soltanto giustizia, quella giustizia che non otteniamo certamente con provvedimenti di clemenza come l’indulto, ma al contrario con l’inasprimento e con l’applicazione certa della pena».

Secondo il sindaco per affrontare seriamente il problema si deve smettere «col falso buonismo e non pensare che il sovraffollamento delle carceri sia risolvibile soltanto liberando i delinquenti. E’ da oltre 30 anni che ne sentiamo parlare. Se ogni parola spesa al riguardo fosse un mattone oggi avremmo già costruito carceri in misura sufficiente». Per il sindaco è ormai venuto il momento di dire basta: «Sentiamo continuamente parlare di agenda del governo, ritengo che sia opportuno ascoltare una volta tanto quanto proviene dal territorio, dalla gente, rispondendo alla sua richiesta di sicurezza mettendo al primo posto di questa agenda la legalità».

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