Via Giulio Cesare, addio ciclabile
È polemica, tu cosa ne pensi?

Dopo la pista ciclabile di viale Papa Giovanni, anche quella di viale Giulio Cesare finisce in un cassetto, almeno per i 50 metri compresi tra la fermata dell'autobus e l'incrocio con via Crescenzi. Una decisione, questa della Giunta Tentorio, che non piace a molti. Dalla Lista Bruni al Pd, fino a numerose associazioni. E gli stessi cittadini si dicono contrari. Tu cosa ne pensi? Scrivi il tuo commento

Dopo la pista ciclabile di viale Papa Giovanni, anche quella di viale Giulio Cesare finisce in un cassetto, almeno per i 50 metri compresi tra la fermata dell'autobus e l'incrocio con via Crescenzi. Proprio qui, infatti, il percorso impediva la realizzazione della doppia corsia (una per la svolta a sinistra verso la Conca Fiorita, l'altra per quanti intendono invece proseguire verso Monterosso) indispensabile a risolvere un nodo viabilistico particolarmente spinoso. Da qui la decisione di eliminare anche questo tratto di pista ciclabile:  «L'adeguamento del marciapiede e della carreggiata - ha spiegato l'assessore alla Viabilità Gianfranco Ceci - comporterà l'eliminazione del percorso ciclabile negli ultimi 50 metri. Come per viale Papa Giovanni, dove peraltro non abbiamo registrato alcuna lamentela, si tratterà di un provvedimento sperimentale subordinato alla sua efficacia. Sul tema delle due ruote restiamo fortemente convinti dell'esigenza di puntare su percorsi che abbiamo un capo e una coda e, in particolare, sui quattro che riguarderanno la pista adiacente al tram e gli itinerari compresi tra Polaresco-nuovo ospedale, Celadina-fiera, Borgo Palazzo-Gleno».

Non tutti però sono d'accordo con la Giunta e le prime polemiche partono dall'opposizione e in particolare dalla Lista Bruni: «Diciamo subito che non siamo d'accordo con la decisione di eliminare la pista ciclabile di viale Giulio Cesare, così come non lo siamo stati con l'eliminazione di quella di viale Papa Giovanni. Tracciati forse non “perfetti”, certamente migliorabili, ma tasselli importanti di una rete ulteriormente da estendere, con l'obbiettivo di intercettare il 10% di degli spostamenti dei pendolari per lavoro all'interno del Comune di Bergamo e di potenziare la mobilità dolce».

«Occorre favorire la modalità di spostamento a minor impatto, anche a scapito degli spazi dedicati all'auto - scrivono in un comunicato i consiglieri comunali della Lista Bruni Roberto Bruni, Nadia Ghisalberti, Enrico Fusi, Simone Paganoni e Stefano Zenoni -. Ci sembra invece che qui a Bergamo si sia impostato il problema sulla vecchia contrapposizione tra automobilisti da una parte e pedoni e ciclisti dall'altra. Ma non sono le auto a segnare un punto a loro favore se gli si concedono 20 parcheggi su viale Papa Giovanni e 50 metri di corsia in più in viale Giulio Cesare cancellando due percorsi ciclabili. A vincere sarà il traffico sempre più paralizzante e a perdere saranno la qualità della vita urbana, l'inquinamento dell'aria, la pressione del traffico sui quartieri periferici, la sicurezza stradale, il centro cittadino sempre più depresso tra luogo di passeggio e luogo di transito per le auto».

Sulla questione interviene anche il Pd: «Dopo quella di viale Papa Giovanni scomparirà un altro frammento di quel tentativo di costruire una rete di mobilità ciclo-pedonale a Bergamo - commenta il segretario cittadino Nicola Eynard -. Certo, si tratta di brevi e per nulla risolutivi tratti di ciclovie, ma sarebbero stati da completare, integrare, migliorare, non certo da eliminare! L'annuncio dell'Assessore Ceci pone con soddisfazione l'accento sul fatto che l'intervento non costerà quasi nulla al Comune. Dobbiamo quindi rallegrarci che sradicare piante e demolire marciapiedi siano invece operazioni più onerose: altrimenti, per facilitare il transito delle macchine, l'assessorato alla mobilità potrebbe prendere decisioni ancora più radicali, in un'ottica di fluidificazione del traffico. A parole la Giunta continua a dirsi favorevole al potenziamento dei percorsi ciclabili, in continuità non solo con l'Amministrazione che l'ha preceduta, ma soprattutto con il buon senso; nei fatti però siamo già al secondo tratto di ciclovia che viene eliminato. E non è vero che su quella di viale Papa Giovanni siano tutti d'accordo. La Circoscrizione 1 si era espressa per il suo mantenimento e i rappresentanti dei pendolari tra le loro richieste citano anche il ripristino di quella pista ciclabile».

Anche numerose associazioni hanno contestato la decisione della giunta Tentorio. Tra le altre, Propolis ha scritto una lettera indirizzata al sindaco Tentorio alla quale hanno aderito anche altri enti e comitati locali, tra cui l'Aribi, diversi comitati genitori di istituto scolastici cittadini, l'associazione «Infanzia&città», Legambiente Bergamo e l'associazione Pedalopolis: «Nella Settimana Europea della Mobilità - vi si legge -, le scriviamo questa lettera per esprimere la necessità di avere in città percorsi sicuri per tutti gli utenti deboli della strada, poiché pensiamo che la strada sia di tutti. Vorremmo percorsi utili, che colleghino servizi e non siano solo “turistici”; vorremmo andare in centro a piedi o in bici con i nostri figli e fare ritorno sani e salvi. Il suo programma amministrativo voleva “essere un cantiere aperto a miglioramenti e a evoluzioni” - e continua -.Ridurre gli autoveicoli che circolano a favore di biciclette e pedoni ha effetti estremamente positivi per tutti, compresi gli automobilisti; pedoni e ciclisti hanno diritto, come tutti, alla propria sicurezza e incolumità personale, un tema a cui lei è molto attento;  qualcuno sostiene che i percorsi misti pedoni-ciclisti siano pericolosi. Abbiamo un esempio di questi percorsi, lungo via Borgo Palazzo, verso Seriate, in esercizio da 10 anni; ebbene, quante sono state le vittime di incidenti tra pedoni e ciclisti?». La lettera continua ancora così: «Leggiamo dai giornali che è intenzione di questa amministrazione eliminare piste ciclabili che, tuttavia, hanno lunghi tratti esclusivamente riservati alle biciclette (250 metri soltanto dallo stadio a piazzale Oberdan, per esempio, ovvero metà del percorso). Anziché eliminare i tratti esclusivamente ciclabili per farne parcheggi, non sarebbe meglio completare la viabilità ciclabile?».

Poi anche una lettera di una privata cittadina che ha indirizzato il suo commento al nostro giornale: «Sono un'abitante del quartiere Conca Fiorita e sono molto colpita ed amareggiata per la decisione del Comune: in un mondo che tende ad evolvere verso la mobilità sostenibile, che s'impone di ridurre le emissioni per una migliore qualità della vita per tutti (la regione Lombardia detiene il primo posto per malattie respiratorie causate dall'inquinamento atmosferico), nella nostra bella città si va nella direzione opposta. Con le mie figlie in bicicletta, raggiungiamo grazie alle piste ciclabili (ancora poche, a mio parere) i parchi Rosselli, Suardi, il centro della città, senza dover prendere l'autobus, o l'automobile. Chiedo all'assessore alla Mobilità Gianfranco Ceci: come spiego alle mie figlie questa scelta? Le auto che inquinano, contano di più della sicurezza stradale dei minori, dei pensionati, dei lavoratori che usufruiscono della pista ciclabile? Perché non evolvere continuando la pista sia in viale  Giulio Cesare che in viale Marzabotto per collegare i quartieri Conca Fiorita, Valtesse e Monterosso al centro città in maniera sicura per tutti?».

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