Yara, controllati oltre 900 Dna
ma ancora nessuna traccia

Ma di chi è il doppio Dna trovato sui guanti di Yara? A quasi due mesi dal ritrovamento del corpo nel campo di via Bedeschi a Chignolo non c'è ancora una risposta a questa domanda.

Ma di chi è il doppio Dna trovato sui guanti di Yara? A quasi due mesi dal ritrovamento del corpo nel campo di via Bedeschi a Chignolo non c'è ancora una risposta a questa domanda, una delle tante di questo caso, la cui soluzione appare, purtroppo, ancora molto lontana.

Finora gli inquirenti hanno acquisito oltre 900 profili genetici e tutti sono stati confrontati con le due tracce di Dna, una maschile e una femminile, trovate sulle dita di uno dei guanti della tredicenne di Brembate Sopra. Ebbene, nessuno dei profili acquisiti in quasi due mesi da polizia e carabinieri corrisponde con le tracce genetiche dei guanti.

Da ciò si può dedurre che i due Dna non appartengono a familiari, amici, conoscenti, vicini di casa, colleghi di lavoro dei genitori di Yara. E nemmeno ai frequentatori della palestra di via Locatelli dove la tredicenne venne vista l'ultima volta alle 18,39 del 26 novembre, prima di essere rapita e uccisa. Ma neanche ai suoi compagni di scuola, agli insegnanti, alle persone che lavorano nelle ditte che si trovano lungo la strada che collega gli impianti sportivi di Brembate Sopra al cantiere dell'ex Sobea di Mapello, dove portò – ancora non si sa perché – il fiuto dei cani «molecolari».

Ma il Dna sui guanti di Yara non è nemmeno degli operai che hanno lavorato nel grande cantiere, così come non è delle persone già rintracciate e il cui cellulare, tra le 18,30 e le 19 del 26 febbraio, si è spostato – stando alle celle telefoniche – lungo la direttrice Brembate Sopra-Chignolo. Queste utenze sono oltre 4 mila e gli inquirenti hanno già rintracciato una buona parte: chi era in zona ha fornito un alibi e il proprio Dna. Che non corrisponde a quello sui guanti.

Ma, allora, di chi sono quelle due tracce genetiche?

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