«I peli trovati non sono di Bossetti»
La difesa: abbiamo un teste importante

Gli inquirenti hanno compiuto un nuovo passo verso la chiusura delle indagini a carico di Massimo Bossetti: sul tavolo del pm Letizia Ruggeri è infatti giunta una corposa relazione dell’Università di Pavia, riguardante le analisi compiute su una serie di tracce pilifere, rinvenute sul corpo di Yara e sul furgone del muratore.

Per quanto riguarda le tracce pilifere, 200 erano quelle trovate sul corpo di Yara. Una decina sono umane, due delle quali appartenenti alla stessa persona, ma è stato impossibile stabilire a chi. Certo è che non sono di Bossetti, così come non appartengono a Yara le tracce sul furgone del muratore.

Intanto la difesa di Bossetti cerca nuovi spunti per dare battaglia. «Abbiamo un testimone importante – ha detto l’avvocato Claudio Salvagni – stiamo cercando riscontri al suo racconto». Si tratta di un uomo anziano, residente in un’altra regione. Ha contattato l’avvocato di Bossetti, raccontando che nel settembre 2010 (due mesi prima della scomparsa di Yara) aveva conosciuto un giovane straniero. Costui voleva prendere in affitto un suo appartamento. L’anziano aveva acconsentito e gli aveva detto: «Se vuoi puoi portarci anche la fidanzata». Lui – sempre stando all’anziano– aveva risposto che la sua ragazza non era di quelle parti, bensì abitava a Bergamo, era minorenne, si chiamava Yara e faceva la ginnasta. L’affitto dell’appartamento non si perfezionò.

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