Yara, scintille tra pm e avvocato
ma l'assassino resta sconosciuto

Alta tensione alla riesumazione di Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno che gli inquirenti in base ai test sul Dna ritengono il padre biologico del presunto assassino di Yara. Il pm Ruggeri e l'avv. Pelillo protagonisti di un secco botta e risposta.

Alta tensione attorno alla riesumazione di Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno morto nel 1999, che gli inquirenti in base ai test sul Dna ritengono il padre biologico del presunto assassino di Yara. Concluso il prelievo dalla salma dei campioni ossei da analizzare, infatti, il pm Letizia Ruggeri e l'avvocato della famiglia Gambirasio, Enrico Pelillo, affiancato dal consulente di parte, il genetista forense Giorgio Portera, sono stati protagonisti di un secco botta e risposta sulle fughe di notizie relative all'inchiesta.

I giornalisti sono stati tenuti a distanza, ma il magistratoe l'avvocato, al termine della mattinata, sono stati protagonisti di un battibecco, a cui hanno assistito diversi testimoni. Letizia Ruggeri era particolarmente indispettita per alcune fughe di notizie degli ultimi giorni, relative ad alcuni accertamenti da lei stessa disposti nelle scorse settimane e su cui auspicava fosse mantenuto il riserbo: la riesumazione di Guerinoni, l'analisi su alcuni peli trovati sulla vittima, l'incarico dato all'ospedale San Raffaele di Milano di sequenziare il genoma di «ignoto 1» per cercare di risalire ai tratti somatici dell'assassino. Tutti passi notificati, come previsto dal Codice, alla parte offesa, ma poi comparsi anche sui giornali.

Legale e consulente della famiglia Gambirasio avrebbero informato i media? L'avvocato Pelillo ha duramente respinto al mittente le sottolineature del pm: la parte offesa non ha fornito alcuna informazione. Il legale ha poi ribattuto, dicendo che il pm non aveva neppure informato la parte offesa di data e ora della riesumazione, limitandosi a fissare l'appuntamento in mattinata all'ospedale.

Ieri nessuno dei protagonisti ha voluto rilasciare dichiarazioni. Ma certo i rapporti fra pm e parte offesa non paiono distesi, neppure dopo la lettera della mamma di Yara al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e l'interessamento della procura generale di Brescia alla questione.

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