Clima, le città e l’agricoltura
si preparino ai cambiamenti

Una crisi causata da noi: i rapidi cambiamenti climatici che il mondo sta vivendo sono provocati dalle emissioni umane di gas serra, iniziate con la Rivoluzione industriale e aumentate sempre più, in particolare nel secondo Dopoguerra. L’«effetto serra» è un fenomeno naturale, grazie al quale l’atmosfera trattiene l’energia dal sole. A causa della presenza di troppi gas, l’«effetto» diventa a tal punto forte che la Terra si surriscalda, determinando i cambiamenti climatici.

Nell’ultima estate abbiamo assistito, nella foresta amazzonica, alle aggressioni agli indigeni e agli incendi. Abbiamo visto anche la Siberia e l’Alaska in fiamme, mentre i ghiacci della Groenlandia, dell’Artico, delle Alpi si squagliano. L’intervento di Greta Thunberg al summit dell’Onu, il 23 settembre, è stato durissimo: «Voi, leader del mondo, siete venuti da noi ragazzi a chiedere speranza. Come osate!», ha ammonito, trattenendo a stento le lacrime. «Io non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola. Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia». I primi scioperi per il clima della giovane attivista svedese sono solo dell’agosto del 2018. Ora, per i «Fridays for future», milioni di persone, non solo giovani, scendono nelle piazze di tutto il mondo. I politici assistono a queste manifestazioni, che rivelano il polso dell’opinione pubblica. Le loro scelte sono determinanti per invertire la rotta. La nuova presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato l’agenda verde del clima, il Green New Deal, fornendo nuovo impulso all’impegno di azzerare le emissioni entro il 2050, avanzato dalla Commissione l’anno scorso. Ha proposto di alzare l’asticella fissata per il 2030, portando il taglio dal 40 al 50%, meglio se 55%, rispetto ai livelli del 1990. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, nel 2020 si raggiungerà una riduzione del 26%, rispetto al 23,5% messo a segno nel 2017. Angela Merkel ha annunciato l’abbattimento del 55% delle emissioni entro il 2030. Anche Giuseppe Conte ha ribadito l’impegno dell’Italia a supportare l’Accordo di Parigi, a raggiungere la neutralità di emissioni entro il 2050, ad eliminare il carbone entro il 2025, ad ampliare lo sviluppo delle tecnologie per la produzione di energie rinnovabili, anche di nuova generazione.

Eco.Bergamo torna in edicola domenica prossima, 6 ottobre, con un inserto, «Cambioclima», dedicato ai cambiamenti climatici, che impongono la trasformazione dell’industria, lo stop al consumo di suolo, un’agricoltura e un’alimentazione migliori. Le città devono adattarsi alle piogge violente e alle ondate di calore. Nelle campagne si devono diversificare e ruotare le colture. L’Italia è più esposta di altri Paesi al riscaldamento, provocato dalle emissioni di gas serra. Rispetto ai primi dell’Ottocento, la temperatura è aumentata addirittura di tre gradi. Nell’ultima estate, nel nostro Paese, si sono registrate undici tempeste al giorno, è caduto il 23% in meno di pioggia, 841 sono stati gli eventi estremi (trombe d’aria, piogge violente, grandine, forte vento), la temperatura è stata di 1,7 gradi superiore alla media stagionale. Secondo la Coldiretti, i danni subiti dall’agricoltura nel decennio 2007-2017, a causa degli eventi climatici estremi, ammontano a 14 miliardi di euro.

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