Siccità, manca il 44% delle riserve idriche: i piani per la tutela

La crisi climatica. Carenza di precipitazioni e riserve idriche in sofferenza. «Da dicembre 2021 le precipitazioni sono sotto la media del 2006-2020», osserva Paola Parravicini del Servizio idro-nivo-meteo e clima di Arpa Lombardia. «Dopo un inverno, una primavera e un’estate siccitosi, l’inverno corrente conferma la tendenza. Solo pioggia e neve, assenti nell’inverno scorso, possono fare la differenza: nel 2022 la riserva idrica stoccata sotto forma di neve era esaurita già a giugno».

Carenza di precipitazioni e riserve idriche in sofferenza. «Da dicembre 2021 le precipitazioni sono sotto la media del 2006-2020», osserva Paola Parravicini del Servizio idro-nivo-meteo e clima di Arpa Lombardia. «Dopo un inverno, una primavera e un’estate siccitosi, l’inverno corrente conferma la tendenza. Solo pioggia e neve, assenti nell’inverno scorso, possono fare la differenza: nel 2022 la riserva idrica stoccata sotto forma di neve era esaurita già a giugno».

Da dicembre 2021 le precipitazioni sono sotto la media del 2006-2020

Secondo l’ultimo bollettino le riserve idriche della Lombardia sono a -44,5% rispetto alla media 2006-2020: un saldo pesantemente negativo, dettato dallo stato dei laghi, -51,6%, degli invasi, -28,7%, e del manto nevoso, -46,2%. Abbiamo in tutto 1.773 milioni di metri cubi di acqua: ne mancano 1.420 per raggiungere la media. «Perché succeda, servono mesi molto piovosi, con precipitazioni sopra la media». E proprio oggi, 3 febbraio, appello di Regione Lombardia: «È necessario che tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione dell’acqua si coordinino per trattenere tutta l’acqua possibile in vista della prossima stagione irrigua». Per Massimo Sertori, assessore di Regione Lombardia a Enti locali, Montagna, Piccoli Comuni e Risorse energetiche, non si può più aspettare: se manca l’acqua in Lombardia, mancherà in tutto il distretto padano.

Appello della Regione: «Subito misure per salvare la prossima stagione irrigua»

Un’inchiesta sulla rivista di ambiente, ecologia e green economy in edicola gratis con L’Eco

Un’inchiesta di otto pagine sul ciclo dell’acqua nella provincia di Bergamo si può leggere sul numero di eco.bergamo, il supplemento mensile di ambiente, ecologia, green economy in edicola domenica 5 febbraio gratis con il quotidiano (il supplemento resta poi disponibile nell’edizione digitale di questo sito). «Intensità, frequenza, durata dei periodi di siccità sono destinate ad aumentare a causa del riscaldamento globale di origine antropica», avverte Monia Santini del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici.

«Intensità, frequenza, durata dei periodi di siccità sono destinate ad aumentare»

In Italia il 2022 è stato l’anno più caldo e più secco di sempre, con pesanti ripercussioni sulle portate fluviali, l’agricoltura e la produzione idroelettrica. Anche in Lombardia il 2022, con più 1,9°C rispetto alla media 1991-2020, è stato l’anno con la temperatura più elevata mai registrata. Arpa Lombardia collega la temperatura elevata alla marcata scarsità di precipitazioni. Qualche giorno di pioggia o neve non è sufficiente per rimediare alla carenza di scorte di acqua, anche perché il 65% delle precipitazioni evapora, il 24% si riversa nei fiumi e solo l’11% si infiltra nel sottosuolo. Una percentuale minima, che ricorda quanto l’oro blu sia prezioso e da gestire come bene comune, come spiega lo scienziato Giulio Boccaletti in «Acqua. Una biografia».

Qualche giorno di pioggia o neve non è sufficiente per rimediare alla carenza di acqua

«Abbiamo bisogno di pioggia straordinaria e soprattutto di molta neve», conferma Pierangelo Bertocchi, amministratore delegato di Uniacque, la società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia di Bergamo. «L’acqua – continua Pierangelo Bertocchi – è prelevata principalmente da sorgenti, 502 su tutto il territorio, e per il resto da 218 pozzi nella Bassa, che a loro volta si alimentano dalle falde. Sorgenti e pozzi servono più di 7.000 km di rete idrica, mentre i km di rete fognaria sono 500 e 71 gli impianti di depurazione per restituire l’acqua al territorio, prevalentemente all’agricoltura. Le sorgenti principali sono Algua in Val Serina, Nossana e Costone in Val Seriana».

I prelievi principalmente da 502 sorgenti, il resto da 218 pozzi alimentati dalle falde

«La media provinciale di perdite negli acquedotti è del 36%, con picchi fino al 40%, mentre la città presenta una percentuale migliore, del 20%. Per interventi sulle perdite idriche, Uniacque ha ricevuto, nell’ambito del Pnrr, un finanziamento di 15 milioni, a cui aggiungerà altri 14 milioni, per un totale di 29 stanziati per la gestione digitale e il risanamento delle reti della provincia. Interverremo su 50 km in una quarantina di Comuni, quelli più critici, abbattendo il 30-35% delle perdite e portandoci in linea con la migliore media nazionale». Intanto il Consorzio di Bonifica della Media pianura bergamasca ha ricevuto, grazie a un bando Pnrr, 15 milioni per rifare 35 pozzi in pianura e risparmiare il 35% di acqua.

Dal Pnrr 15 milioni per un totale di 29 contro le perdite. Altri 15 milioni per rifare 35 pozzi

Regione Lombardia ha avviato, a fine dicembre, la procedura per l’aggiornamento del Programma di tutela e uso delle acque, il Ptua. È lo strumento che regolamenta le risorse idriche, tutelando gli ambienti acquatici e la biodiversità e garantendo un uso sostenibile dell’acqua. «Finanziamenti regionali – annuncia l’assessore regionale al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni – saranno indirizzati a migliorare la resilienza del sistema agli eventi siccitosi, in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici. Sarà necessario intervenire sulla riduzione delle perdite negli acquedotti, sull’efficientamento delle reti di approvvigionamento e sul riuso irriguo dei reflui depurati».

La Regione aggiorna il Programma per gestire situazioni di siccità ed eventi meteorologici

«Al centro del nuovo Programma – ribadisce il consigliere regionale bergamasco Giovanni Malanchini – ci sarà la resilienza dei territori rispetto ai cambiamenti climatici, innanzitutto con la costruzione di impianti più efficienti che riducano gli sprechi d’acqua. Un punto chiave sarà il riutilizzo delle acque civili e industriali. Gli invasi per l’accumulo possono mantenere buoni livelli di disponibilità idrica, sul modello della cava Moschetta di Pontirolo Nuovo, da cui si erogano ogni giorno 150mila metri cubi di acqua per l’agricoltura. Le vasche di laminazione, invece, serviranno come serbatoi di stoccaggio temporaneo delle acque degli eventi meteorologici. È necessario agire velocemente: è auspicabile che l’approvazione del nuovo Ptua arrivi entro marzo».

Tra gli obiettivi la riduzione delle perdite negli acquedotti e il riuso irriguo dei reflui depurati

© RIPRODUZIONE RISERVATA