Pensioni, Pezzotta a Maroni: «Confronto, ma se si toglie delega»

«Se Maroni vuole una trattativa vera sulle pensioni, sia chiaro che non si può partire dalla delega del Governo». Così Savino Pezzotta: il leader della Cisl, comunque, considera la convocazione «un primo risultato della manifestazione» e avverte: «Non si illudano di dividere il sindacato sulle pensioni». La Cgil aggiunge: o Maroni è disponibile a ritirare la delega sulle pensioni, oppure la convocazione dei sindacati sarà l’ennesima finzione del Governo.

(7/12/2003)

La manifestazione di sabato: 3000 bergamaschi contro la riforma delle pensioni

Sono tremila i bergamaschi che questa mattina hanno aderito alla manifestazione nazionale di Roma contro la Finanziaria e la riforma delle pensioni. «Una forte presenza - ha spiegato il segretario della Cisl, Mario Gualeni - per protestare contro una Finanziaria che ha lasciato insoluti i problemi segnalati anche dalla nostra provincia. I lavoratori e le imprese bergamasche hanno bisogno di strumenti adeguati per fronteggiare le nuove sfide sulla competitività, sulla ricerca e l’innovazione, ma la manovra finanziaria non interviene in questi campi, non rilancia lo sviluppo e invece di sostenere l’economia la danneggia».

I sindacati sottolineano poi le ripercussioni negative per la Bergamasca dei tagli per gli enti locali: «La riduzione dei trasferimenti ai Comuni - rimarca il segretario generale della Uil Roberto Prometti - creerà enormi difficoltà alla nostra provincia costituita da tante piccole realtà che si ritroveranno in molti casi con il 50% di risorse in meno. Si tratta di tagli che i piccoli comuni non riusciranno a compensare nemmeno portando al massimo le addizionali Irpef e l’aliquota Ici. Anche per questo alla protesta di sabato la Bergamasca darà un grande sostegno».

Oltre a un treno speciale partito da Bergamo nella notte tra venerdì e sabato sono partiti anche una trentina di pullman. Cgil, Cisl e Uil puntano poi il dito contro i condoni, «scelte diseducative che vanno a premiare gli evasori fiscali» e la riforma previdenziale che, così come impostata dal governo, penalizzerà non solo i lavoratori bergamaschi ma anche i giovani per i quali si profila un futuro lavorativo all’insegna dell’incertezza: «Bergamo ha bisogno di politiche mirate a rilanciare la produzione e di investimenti in formazione, ricerca e innovazione per poter garantire l’occupazione soprattutto dei giovani - sottolinea Gualeni -. Ma di questo la Finanziaria non tiene conto».

(06/12/2003)

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