Bergamasca, terra di risparmi. Ma anche di prestiti

Bergamasca, terra di risparmi. Ma anche di prestitiNel 2002 i depositi saliti dell’11,8% a 11,66 miliardi: per gli impieghi balzo del 20% a 18,84 miliardi

Bergamo come la piccola Svizzera. È un’affermazione ormai entrata nelle abitudini collettive tenuto conto di come la «piazza orobica» sia considerata, da sempre, realtà importante per il «capitale»: sia esso visto dalla parte dei risparmi, con i depositi, che dei finanziamenti, con quelli che tecnicamente vengono considerati impieghi.

E anche i numeri confermano appieno queste caratteristiche della nostra provincia. Secondo le rilevazioni più recenti a disposizione raccolte da Banca d’Italia, nel corso del 2002 la provincia di Bergamo ha messo a segno una crescita significativa: ben l’11,8% per quanto riguarda i depositi, che hanno toccato cosi gli 11,66 miliardi di euro e addirittura un più 20,2% per quanto riguarda gli impieghi, ovvero gli affidamenti (mutui, prestiti ed altri strumenti di credito) a famiglie e imprese: un valore, quest’ultimo che ha quasi sfiorato i 19 miliardi di euro, fermandosi, per la precisione, a 18,84 miliardi.

Uno spaccato, quello che si desume dalla raccolta dati elaborata da Banca d’Italia e che tiene conto della distribuzione territoriale dei depositi e degli impieghi, che vede ovviamente il capoluogo, Bergamo, quale «bacino privilegiato»: non solo perché attorno alla città ruota ovviamente una parte considerevole dell’intera economia e della popolazione, ma anche per il fatto stesso che nel capoluogo si concentri anche la maggioranza degli sportelli bancari.

Bergamo, quindi, capofila provinciale con depositi che hanno raggiunto quota 3,80 miliardi (rappresentando quasi un terzo dell’insieme dei depositi bergamaschi) e impieghi che hanno superato quota 8,2 miliardi di euro (il 43% dell’intero volume provinciale). In termini assoluti, alla spalle del capoluogo provinciale sta, a debita distanza, il «capoluogo della Bassa», Treviglio: quasi 440 milioni di depositi raccolti e oltre 686 milioni di impieghi. Alle sue spalle si collocano Seriate (242,5 milioni di depositi e 416,6 milioni di impieghi) e Dalmine (quasi 218 milioni di raccolta mentre sul fronte impieghi ha fatto meglio di Seriate registrando 475,6 milioni). Tutti gli altri paesi sono sotto i 200 milioni di raccolta, con Romano di Lombardia a far da capofila con 180 milioni di euro.

Se andiamo ad analizzare invece la crescita anno su anno per quanto riguarda i depositi, Bergamo «scivola» al 12° posto provinciale: a guidare la classifica Verdello, con una variazione positiva rispetto al 2001 di ben il 41,4% (superando il tetto dei 100 milioni di euro), seguita da San Paolo d’Argon (+38,8% a 34 milioni) e da Pedrengo (+31,7% a quasi 30 milioni). Su questo fronte, sono 31 i comuni bergamaschi sopra la media provinciale, mente sono in 13 - tra i comuni monitorati singolarmente - a registrare addirittura una flessione.

Per quanto riguarda l’andamento degli impieghi anno su anno, anche in questa occasione Bergamo si colloca al 12° posto con una crescita del 31%. A guidare la classifica è Suisio con un +91% (a quota 28,76 milioni di euro): la curiosità è che proprio il comune dell’Isola a fronte del miglior balzo in avanti sul fronte degli impieghi ha registrato la peggiore performance sul fronte dei depositi, mettendo a segno un - 14,5%. A seguire, Canonica d’Adda (accreditata di un più 69,7%), Torre Boldone (+56,6%) e Pedrengo (52,5%).

Per quanto riguarda gli impieghi, sono 27 i comuni monitorati ad essere andati meglio della media, mentre sono in 13 ad avere registrato un andamento negativo.

Per quanto riguarda i «possessori» dei depositi provinciali, 6,85 miliardi (divenuti nel frattempo 7,12 miliardi nelle proiezioni a fine giugno scorso) appartengono alle famiglie bergamasche: quasi il 59% del totale provinciale.

Ad imprese private, invece, appartiene il 17% dei depositi: vale a dire 1,99 miliardi (scesi nel frattempo a giugno scorso a 1,88 miliardi). Ad imprese artigiane fanno riferimento 163 milioni di euro: l’1,4% del totale orobico.

Rapporti che, ovviamente si invertono analizzando la situazione degli impieghi. Alle famiglie fanno riferimento 5,72 miliardi di euro (a giugno nel frattempo saliti a 6,60 miliardi), pari al 30% degli impieghi complessivi bergamaschi. La parte del leone, in questo caso, è fatta dalle imprese private: 10,88 miliardi di euro (a giugno saliti a 11,48 miliardi) che contano per il 57,7% del totale dei finanziamenti provinciali. Alle imprese artigiane, in fine, fanno riferimento 902 milioni (divenuti a giugno 914) pari al 4,8% del totale degli impieghi provinciali.

A livello di dato storico, è interessante sottolineare come in cinque anni i depositi della provincia di Bergamo abbiano messo a segno una crescita pari al 16,9% passando dai 9,97 miliardi che erano accantonati nei «forzieri» orobici nel 1998 agli 11,66 miliardi del 2002. Allo stesso modo, invece, i prestiti in bergamasca sono cresciuti del 73,7%, registrando un incremento dai 10,84 miliardi del ’98 ai 18,84 del 2002.

(07/01/2004)

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