Orio, sciopero addetti ai bagagli
Martedì stop per quattro ore

Caricano e scaricano le valige dei turisti all’aeroporto di Orio al Serio, ma «guadagnano 5 euro netti all’ora, assolutamente non adeguati all’inquadramento professionale che dovrebbe essere più alto», dice la Filt-Cgil, che già nel luglio scorso denunciava la situazione dei circa 70 lavoratori della cooperativa Alpina Service soc. cop. di Ciserano, che presta attività in appalto per la Sacbo.

Dal momento che nulla è cambiato rispetto a quest’estate, lavoratori e sindacato hanno deciso di proclamare uno sciopero di 4 ore (dalle 10 alle 14) per martedì 17 novembre nello scalo di Orio al Serio con presidio e volantinaggio sia all’ingresso-partenze che all’ingresso-arrivi con un corteo all’interno dello scalo.

«Non si tratta solo di una protesta per il salario - denuncia Marco Sala della Filt-Cgil di Bergamo -. In una realtà in crescita come quella dell’aeroporto orobico, continuano ad esistere sacche di sfruttamento che noi vogliamo porre all’attenzione di tutti. Quasi tutti questi lavoratori, soci di cooperativa con contratto di facchinaggio, vengono retribuiti con circa 5 euro netti all’ora, pur guidando mezzi di rampa, cioè esercitando un’attività che richiede professionalità più alta. Chiedono il riconoscimento delle parti di stipendio arretrato derivante da inquadramenti contrattuali errati (e al ribasso), denunciano il mancato pagamento delle maggiorazioni notturne straordinarie, chiedono di essere ascoltati in merito alla distribuzione dei turni che vengono suddivisi in maniera iniqua, soprattutto ai danni di chi è iscritto al sindacato. Sappiamo che sempre più spesso le operazioni di esternalizzazione del servizio vengono utilizzate per tagliare i costi, ma in questo caso lo si fa senza il rispetto delle regole. Richiamiamo Sacbo alle sue responsabilità generali, anche se dal punto di vista legale non ci sarebbero obblighi formali».

Il trattamento peggiore, poi, conclude Sala, è riservato agli iscritti Filt-Cgil: «Abbiamo una cinquantina di iscritti alla Cgil e un delegato che, da quando ha cominciato a ricoprire questo ruolo, ha visto dimezzarsi e spezzettarsi il suo orario di lavoro: gli capita di lavorare tre ore prima dell’alba e due ore di sera, mentre prima ne lavorava 10 al giorno. Nessuno ci venga a dire che manca lavoro».

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