La crisi morde l'occupazione
Bergamo tra le più colpite

Nel pieno della tormenta. Le cifre elaborate dall’Osservatorio di Fim-Cisl Lombardia, dimostrano che la ripresa resta ancora molto sullo sfondo e che anzi la crisi sta facendo vedere proprio in questi mesi il suo aspetto peggiore. Nel periodo 1 luglio-31 ottobre 2009 sono state interessate dalle crisi 3.322 aziende (contro le 4.412 del 1° semestre 2009), con 124.815 addetti (174.605 precedenti), con un totale di 92.083 lavoratori direttamente colpiti dalla crisi (137.989 i precedenti).

Ben 548 sono le aziende bergamasche colpite, con 20mila lavoratori colpiti su un totale di quasi 30mila in organico. Di questi 18.666 sono stati interessati dalla Cassa ordinaria, 863 dalla straordinaria, 369 dalla cassa in deroga e 525 dalla mobilità. Ma a queste bisogna aggiungere altre 670 piccole aziende artigiane bergamasche del settore meccanico che non sono state censite dall’Osservatorio, anch’esse ricorse agli ammortizzatori, con 4.085 lavoratori coinvolti.

La crisi continua peraltro a coinvolgere tutte le dimensioni di impresa e i diversi settori merceologici: si registra la costante crescita delle sospensioni congiunturali (Cassa Integrazione ordinaria, + 172% di lavoratori), accompagnata dall’allarmante incremento della Cassa straordinaria (+372% di lavoratori sospesi il dato tendenziale annuo, con il drammatico dato dei licenziamenti e mobilità ( + 63%).

«I numeri restano allarmanti - commenta il segretario generale della Fim-Cisl bergamasca Ferdinando Uliano - e dimostrano che, sul fronte delle ricadute occupazionali, le ristrutturazioni in molte aziende sono in corso proprio adesso: basta vedere il forte incremento della Cassa speciale per rendersene conto. D’altronde alcune realtà, dopo mesi di grandi sofferenze, ora sono costrette a presentarci delle procedure strutturali. La ristrutturazione inoltre sta colpendo soprattutto quelle province con il più alto tasso manufatturiero, con Bergamo in prima linea».

Sul fronte degli interventi, spiega ancora Uliano «continua il percorso che stiamo portando avanti come Federmeccanica, per cercare di evitare dove è possibile, l’apertura delle procedure di di mobilità, scegliendo come alternativa di operare con la Cassa straordinaria. Notiamo invece un’eccessiva resistenza riguardo alla possibile concessione dei contratti di solidarietà che in Bergamasca, nel nostro settore, hanno trovato applicazione solo un paio di volte. Federmeccanica dichiara che non esiste pregiudizio verso questo strumento. Verificheremo nei fatti questo atteggiamento».

Analizzando i vari ammortizzatori, sul fronte della Cassa ordinaria, prosegue il fortissimo aumento già registrato a fine 2008: +172% di lavoratori colpiti. Sono 2.599 le aziende lombarde che ricorrono alla Cigo (contro le 3.463 nel periodo precedente), mentre il numero dei lavoratori in Cigo risultano 77.142. Il dato tendenziale annuo del ricorso alla Cassa ordinaria si attesta a + 390%, un dato straordinario e molto più accentuato delle rilevazioni degli ultimi anni. Guardando agli anni passati i lavoratori interessati alla Cigo erano 47.498 nel 2008, e 6.886 del 2007. Se il dato della ordinaria è preoccupante, ancora più in rialzo è quello della Cassa straordinaria, che rimbalza ad un + 372% nel periodo, e un + 347% tendenziale annuo. Interessati alla Cigs in quattro mesi sono stati 11.960 lavoratori lombardi contro i 7.786 dell’intero anno 2008 e i 6.044 del 2007. Interessati alla Cassa speciale sono 674 aziende (contro 832 del periodo precedente). Su 596 aziende interessate alla Cassa in Deroga, sono 3.559 i lavoratori interessati (il 30% delle sospensioni in Cigs).

In aumento anche il ricorso alla mobilità: + 63% nel semestre, + 58% il dato tendenziale annuo. Sono stati 2.981 i lavoratori lombardi licenziati nel quadrimestre, che si aggiungono ai 4.264 del 1° semestre 2009, i 2.742 i lavoratori interessati nel 2° semestre 2008 (5.516 il totale dei lavoratori interessati nel 2008, e 4.574 nel 2007). Come faceva rilevare il segretario Uliano, Bergamo risulta la provincia più coinvolta dalla crisi con il 22% degli interventi. Seguono Milano (19%), Brianza (11%) e Lecco (10%), seguiti da Brescia, Varese, Mantova, Legnano.

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