Scudo fiscale, martedì si chiude
poi sarà caccia a tutti gli evasori

Il conto alla rovescia è iniziato. Martedì 15 dicembre scade il termine per riportare in Italia i capitali esportati illegalmente. Superata già quota cento miliardi di rimpatri – quindi cinque miliardi di incassi per lo Stato – si guarda con attenzione agli ultimi due giorni di sanatoria. «È davvero l'ultima occasione per mettersi in regola con il fisco – dice il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, in un tour di interviste tra quotidiani e tv –. Dall'anno prossimo inizia la caccia agli evasori».

Come dire, non sono attese proroghe o riaperture, mentre partirà la campagna di lotta a chi non ha approfittato della sanatoria. Le sanzioni, per chi non si è messo in regola, potrebbero arrivare fino al 480 per cento. «Il governo – spiega ancora Befera – ha accompagnato le norme sullo scudo fiscale con altre norme fortemente restrittive, che ci danno strumenti ulteriori per la lotta all'evasione internazionale. Gli scudi precedenti erano italiani, quello attuale è internazionale. Non avremo assolutamente un quarto scudo, anche se non dipende da me. Io sono un esecutore».

A commentare le ultime stime dei rimpatri è anche il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola: «Con il governo Prodi e le sinistre i capitali sono fuggiti all'estero – afferma il ministro –, con il governo Berlusconi rientrano per essere utilizzati in investimenti e, attraverso le tasse, per fare opere pubbliche». Una tesi, quest'ultima, sempre respinta dalle opposizioni, in particolare dal Partito democratico, che ha parlato dello scudo come di un regalo ai contribuenti disonesti e di uno schiaffo a quelli onesti. Befera, comunque, non si sbilancia sui risultati, anche se qualche operatore si spinge a ipotizzare rimpatri per 110 miliardi.

Il numero uno delle Entrate, però, non nasconde l'ottimismo. «Ci aspettiamo grandi notizie, abbiamo segnali positivi in tal senso: file agli sportelli bancari, alle fiduciarie e alle finanziarie. Chi aveva soldi all'estero non deve tanto dichiararlo, ma pagare quel cinque per cento previsto dal provvedimento. L'operazione si chiude con il pagamento della tassa e il 15 raccoglieremo i frutti. Nella quasi totalità dei casi c'è un ritorno del denaro portato all'estero. Lo scudo è un'operazione intelligente».

Di «sanatoria giustificata» parla, invece, l'amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera. «È chiaro che l'iniziativa dello scudo fa parte di quelle iniziative estreme che in certi casi è necessario prendere». Qualche dubbio in più, invece, lo esprime l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo: «Il capitale finanziario era in Svizzera: se in tre mesi rientrano cento miliardi di euro, il capitale non era dentro alle imprese. E qui ci sarebbe una riflessione da fare».

Il fisco, ha concluso Befera, sta affilando le armi contro l'evasione: i controlli sul campo, nei prossimi due anni, arriveranno a essere 35 mila, contro i ventimila di adesso. L'obiettivo è superare l'incasso di 7,4 miliardi di euro registrato tra gennaio e novembre, contro una previsione di 7,2 miliardi per l'intero 2009.

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