Donora, per i 160 lavoratori
la «cassa» sembra allontanarsi

I lavoratori della Donora di Cortenuova non ci stanno a essere archiviati come «una storia vecchia»: e per questo, giovedì mattina, 21 gennaio, dalle 7 fino a mezzogiorno si riuniranno in presidio davanti all’azienda metalmeccanica, produttrice di frigoriferi per il gruppo Candy, chiusa ormai da metà 2006. Ne dà conferma la Cgil con un comunicato.

A poco - si spiega - sono serviti i due incontri con la Regione in Arifl (Agenzia Regionale per il Lavoro), l’11 e il 17 gennaio scorsi: la sperata proroga della cassa integrazione in deroga per tutti 160 lavoratori rimasti sembra allontanarsi. La protesta è così rivolta contro l’azienda, che continua a porre ostacoli a quest’ipotesi di proroga.

Con la fine del 2009 si è concluso, infatti, il periodo di cassa integrazione in deroga per questi lavoratori. All’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Gianni Rossoni i sindacati hanno chiesto aiuto per avviare corsi di riqualificazione finalizzati alla logistica e, di conseguenza, per un allungamento della cassa integrazione in deroga.

Hanno anche chiesto che i nuovi posti di lavoro che sembrano profilarsi (polo logistico o attività fotovoltaica) a breve nell’area possano essere occupati dagli ex lavoratori Donora, che hanno appena terminato la cassa.

A oggi, nell’area è rimasto un magazzino che occupa 8 ex dipendenti Donora e altri 15 soci di una cooperativa. Per i lavoratori Donora, che nel 2001 erano 600, dopo una serie di riduzioni d’organico il colpo di grazia era arrivato il 22 novembre 2005 quando l’amministratore delegato aveva annunciato l’imminente chiusura dello stabilimento.

In quel periodo vi lavoravano in 385. Da quel numero si è dunque scesi a 160 lavoratori. Per tutto il 2006, scioperi, blocchi di autostrade, incontri al Ministero e con le istituzioni locali, proteste allo stadio, ma soprattutto un lunghissimo presidio di quasi tre mesi avevano accompagnato le trattative. I 160 lavoratori ora rimanenti sono in cassa integrazione dall’estate del 2006.

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