Donora, sciopero e presidio
bloccati anche i cancelli

Sono tornati in sciopero i lavoratori della Donora di Cortenuova, lunedì 1° febbraio, dalle 6.30 alle 17, con un presidio che ha bloccato, ancora una volta, l’uscita di camion carichi di elettrodomestici dal magazzino dell’azienda, chiusa ormai da metà 2006, ma che qui produceva frigoriferi per il gruppo Candy. Ad oggi, infatti, nell’area è rimasto attivo un magazzino.

Venerdì scorso, intanto, durante la riunione del Coordinamento sindacale del gruppo Candy i sindacati bergamaschi e la RSU hanno raccolto l’appoggio dei delegati degli altri stabilimenti che si trovano a Brugherio (Milano) e a Santa Maria Hoè (in provincia di Lecco): «Il Coordinamento esprime piena solidarietà ai lavoratori Donora, invitando l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, nonché vice presidente della Regione Lombardia, Gianni Rossoni, a fare tutto quanto nelle sue facoltà per cercare di convincere l’azienda a sedersi al tavolo per trovare insieme una soluzione» si legge su un comunicato diffuso dal Coordinamento stesso.

La principale richiesta dei sindacati bergamaschi all’azienda è quella di impegnarsi per una proroga della cassa integrazione in deroga per tutti i 160 dipendenti. Con la fine del 2009 si è concluso, infatti, il periodo di cassa integrazione in deroga per questi lavoratori. All’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Gianni Rossoni i sindacati hanno chiesto di avviare corsi di riqualificazione finalizzati alla logistica e, di conseguenza, di intervenire per un allungamento della cassa integrazione in deroga.

Hanno anche chiesto che i nuovi posti di lavoro che sembrano profilarsi (polo logistico o attività fotovoltaica) a breve nell’area possano essere occupati dagli ex lavoratori Donora, che hanno appena terminato la cassa. Per i lavoratori Donora, che nel 2001 erano 600, dopo una serie di riduzioni d’organico il colpo di grazia era arrivato il 22 novembre 2005 quando l’amministratore delegato aveva annunciato l’imminente chiusura dello stabilimento. In quel periodo vi lavoravano in 385. Per tutto il 2006, scioperi, blocchi di autostrade, incontri al Ministero e con le istituzioni locali, proteste allo stadio, ma soprattutto un lunghissimo presidio di quasi tre mesi avevano accompagnato le trattative. I 160 lavoratori ora rimanenti sono in cassa integrazione dall’estate del 2006.

© RIPRODUZIONE RISERVATA