Il che necessariamente non significa finire come Polifemo (con un occhio solo, perché l'altro è stato speso per il fatidico «sì») , ma semplicemente vuol dire curare il matrimonio in tutti i particolari, secondo il proprio gusto e, perché no?, anche le proprie tasche. Certo, si può sognare di indossare un abito modello «Cenerentola al gran ballo» e scucire dai 6 mila euro in su (per couture di altissima sartoria presenti in grande spolvero) ma ci si può accontentare anche di qualcosa di più semplice, come un abito in shantung impreziosito da qualche perlina, «modello fa fine e non impegna» (il portafoglio, si rimane sui due mila euro), mise che è più che sufficiente per fare un figurone.
O ancora si può scegliere una bomboniera d'argento prezioso o optare, con un pizzico di altruismo, per le proposte gift dell'associazione «Anch'io missionario» di Bergamo, preferire una location esclusiva per il ricevimento, magari con un menù da nouvelle cuisine o decidere per un più rustico agriturismo, presentarsi sul sagrato della chiesa con un vecchio maggiolone o un'esageratissima limousine.
Insomma, le possibilità per i giovani sposini e tutto il loro entourage che hanno visitato la fiera organizzata da Promozioni Confesercenti, Promoberg e Ciesse Servizi sono state un'infinità e, quel che più conta, ottimizzate nei settemila metri quadrati dell'esposizione. Un tourbillon da perderci letteralmente la testa, perché di anno in anno «Bergamo Sposi» si propone per scoprire le novità di tutto quello che ruota attorno al «pianeta nozze», una preview di mode e tendenze. Molto soddisfatti gli organizzatori: «Questi risultati rendono evidente quanto il mercato, seppur riflessivo, premi le offerte di qualità rigorosamente "made in Italy" che hanno contraddistinto la gestione di questo nuovo ciclo dell'evento».
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