Guglielmo Epifani a Bergamo:
la Cgil non si merita la divisione

La Cgil si sta avviando al XVI Congresso nazionale di Rimini con due documenti: «I diritti e il lavoro oltre la crisi» e «La Cgil che vogliamo», presentati lunedì pomeriggio, nel corso dell'assemblea congressuale presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo, da Gulgielmo Epifani, segretario nazionale Cgil e promotore del primo documento, e da Vincenzo Moriello, segretario Funzione Pubblica Cgil Lombardia.

«Con una crisi come quella attuale, frutto di un liberismo selvaggio, in cui pochi hanno usato gli strumenti finanziari per danneggiare milioni di cittadini, spostando soldi da una parte all'altra e usando algoritmi matematici, era meglio affrontare il nostro congresso in modo diverso», ha sottolineato Epifani.

«Non per evitare le diverse posizioni, su cui ci si può confrontare – ha proseguito il leader della Cgil –, ma avrei evitato mozioni alternative, così la Cgil sarebbe stata più forte. Ma non ci si può scegliere il congresso che si vuole e democrazia è anche questo rispetto delle posizioni altrui».

Comunque, «non ci meritiamo una divisione e non se lo merita la Cgil. Perché i congressi passano, ma i problemi restano e la Cgil ha il dovere di rispondere ai problemi dei lavoratori dando certezze». Riconoscendo la necessità di non rendere autoreferenziali le scelte dirigenziali, ma «facendole passare – per Epifani – dal confronto con gli iscritti e i lavoratori».

«Il congresso è discussione e confronto – ha affermato Vincenzo Moriello, illustrando il secondo documento congressuale – e siamo una grande organizzazione democratica. L'unità deve essere la capacità di fare sintesi. L'unità è il riconoscimento delle ragioni dell'altro. E questo documento ci costringe proprio a confrontarci e a fare sintesi, che vuol dire aver prima ascoltato. Vogliamo che ci sia un cambiamento nella linea della Cgil; questo deve essere un congresso di svolta».

Per saperne di più leggi L'Eco in edicola il 16 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA