Ubi Banca, in vista 1000 esuberi
Riorganizzazione su 200 filiali

Nuovo piano di riorganizzazione in vista per il gruppo Ubi Banca. l'azienda avrebbe in queste ore annunciato un intervento di «efficentamento» della propria struttura operativa che, complessivamente, riguarderebbe 200 filiali del gruppo (sulle 1.955 filiali presenti su tutto il territorio nazionale) e, stando alle voci raccolte, circa un migliaio di dipendenti (20.285 unità a fine 2009).

Secondo quanto si apprende, il progetto elaborato sarebbe una conseguenza diretta della situazione che si evidenzia nel contesto economico e finanziario del sistema bancario nazionale e che richiederebbe un'ulteriore azione di riallineamento della struttura operativa del gruppo. In pratica, il gruppo Ubi Banca avrebbe evidenziato la necessità di dare completamento al piano di efficentamento che era stato elaborato e concordato con i sindacati per il periodo 2007-2010 e che, complessivamente, avrebbe dovuto portare alla riduzione di circa 1.700 unità lavorative.

Al momento, però, il gruppo avrebbe valutato un «ritardo» nel centrare l'obiettivo, indicando in circa 350 unità lo scostamento ancora da «coprire» rispetto alle previsioni iniziali. A questo, però, andrebbe ad aggiungersi un ulteriore intervento riorganizzativo che, nelle intenzioni del gruppo, dovrebbe portare ad un contenimento strutturali dei costi valutato intorno ai 70 milioni di euro. Ed è proprio in questo ambito che si concretizzerebbe la ristrutturazione della presenza operativa degli sportelli e, conseguentemente, una «limatura» della forza lavoro che, secondo le attese, potrebbe delinearsi in una ulteriore riduzione di circa 900 unità. Stando agli interventi riorganizzativi, il gruppo Ubi Banca interverrebbe, come detto, con una serie di operazioni che riguarderebbero circa 200 filiali del gruppo. In particolare si starebbe valutando l'ipotesi di chiusura di poco meno di 100 tra filiali e minisportelli, mentre per poco più di 100 filiali si proporrebbe la trasformazione in minisportelli.

L'approfondimento su L'Eco di Bergamo in edicola sabato 27 marzo

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