Miele, produzione a rischio
a causa del maltempo

La produzione di miele in Bergamasca è a rischio a causa del prolungarsi del maltempo. È la Coldiretti a lanciare l'allarme sugli effetti che le piogge continue e le basse temperature stanno avendo sull'apicoltura. «Le api stanno restando senza nettare per effetto della pioggia incessante che si è registrata proprio durante la fioritura primaverile – spiega il presidente della Coldiretti provinciale, Giancarlo Colombi –. Questo andamento climatico anomalo sta ostacolando il lavoro delle api che non riescono a raggiungere il polline dei fiori indispensabile per la produzione di miele e la riproduzione delle piante».

«La situazione -. prosegue - è particolarmente critica per la produzione del miele di acacia (che rappresenta circa un terzo della produzione provinciale di miele), in quanto la pioggia e il vento stanno provocando la caduta dei fiori della robinia (il cui nome botanico è Robinia Pseudoacacia) e le api hanno quindi difficoltà a prendere il nettare».

La Coldiretti sottolinea che in provincia di Bergamo ci sono oltre 17.000 alveari con una produzione di 3.000 quintali di miele. Le produzioni medie provinciali si attestano sui 17 chili ad alveare. Le api svolgono anche l'importantissimo servizio di impollinazione alle piante agricole su tutto il territorio  nazionale che vale 2,5 miliardi di euro all'anno.

«L'effetto più immediato del maltempo – sottolinea Colombi -  è  quello di una probabile riduzione della produzione di miele rispetto al 2009.  Il rischio è l'aumento delle importazioni di miele di minor qualità per soddisfare i consumi che in Italia  sono in aumento (circa 600 grammi pro-capite), ma ancora inferiori a grandi consumatori come i tedeschi ( 1,5 kg pro-capite)».
 
Il consiglio della Coldiretti è di verificare attentamente l'etichetta sulla quale la parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale. Meglio ancora rivolgersi direttamente alle aziende o nei mercati di campagna amica agli apicoltori considerato che ben il 29% del miele comprato in Italia è acquistato direttamente dai produttori. 

Alcuni apicoltori della provincia che aderiscono a  uno specifico disciplinare appongono anche la scritta “miele di origine bergamasca”.

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