Metalmeccanici, è crisi nera
La cassa integrazione vola a +64%

Preoccupanti i dati che riguardano il settore metalmeccanico in Lombardia. Secondo i dati del 1° semestre 2010 presenti nel «Rapporto semestrale dell'Osservatorio regionale della crisi e occupazione», con rilevazione a fine giugno 2010, con l'analisi dei dati e le valutazioni della Fim-Cisl sull'andamento dell'industria metalmeccanica, nel settore si continua a registrare una situazione molto preoccupante di fermo produttivo, di utilizzo diffuso della Cassa integrazione e di accentuazione del rischio occupazione per migliaia di lavoratori.

L'Osservatorio è promosso dalla Fim-Cisl della Lombardia, e rileva sistematicamente la situazione nelle 5.700 aziende industriali della regione, che occupano circa 550mila lavoratori. Nel periodo indicato sono state interessate dalle crisi 3.514 aziende (contro le 3.954 del semestre precedente), con 113.058 addetti (147.729 precedenti), con un totale di 84.825 lavoratori direttamente colpiti dalla crisi (108.537 i precedenti). La leggera flessione semestrale del dato totale, è costituita da un lato dal calo degli interventi congiunturali (la Cigo ordinaria registra -40%), e dall'altro da una preoccupante crescita delle sospensioni strutturali (la Cigs sale a + 64% e le mobilità a +13%: in sei mesi sono ben 1.424 le aziende che utilizzano la Cigs, per 27.839 lavoratori, mentre sono 213 le aziende che hanno proceduto ai licenziamenti per 4.869 persone.

La Crisi continua a coinvolgere tutte le dimensioni di impresa e i diversi settori merceologici e si accompagna all'allarmante incremento della Cassa integrazione straordinaria (in sei mesi +64% di aziende e +64% di lavoratori sospesi, che per il 26% riguarda Cig in deroga, introdotta cioè in via eccezionale per lavoratori normalmente privi di copertura degli ammortizzatori.

Crescono in modo preoccupante i licenziamenti (+32% di aziende che ricorrono ai licenziamenti, con +13% di lavoratori licenziati), con evidente de-responsabilizzazione degli imprenditori rispetto all'impatto sociale, cui fa da contraltare finalmente l'affermarsi dei Contratti di solidarietà (47 aziende per ben 4.859 lavoratori), segno di una nuova attenzione di parte del mondo imprenditoriale.

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