Il Pd: «Sulla questione Indesit
la Lega non muove un dito»

«Si conferma il fatto che sulla questione Indesit la Lega Nord fa solo fumo». Lo sostengono Sergio Gandi, consigliere del Pd al Comune di Bergamo e il responsabile Lavoro del Pd, Alberto Vergalli, consigliere provinciale Pd, in un comuni cato stampa.

«Come già avevamo rilevato - si legge nel testo - , l'area all'interno del Comune di Brembate Sopra in cui è collocato lo stabilimento della Indesit deve rimanere a vocazione produttiva e industriale e non subire alcuna modifica o suddivisione in assenza di un progetto chiaro e inequivoco che la riguardi unitariamente nel suo complesso. La decisione del Comune di Brembate Sopra di adottare una variante urbanistica che consentisse un impiego alternativo dell'area ed un suo eventuale frazionamento si è confermata prematura: oltre a sconfessare la lotta dei lavoratori, dando per scontato un epilogo negativo per la prosecuzione dell'attività dello stabilimento di Brembate Sopra, mostra i suoi limiti – a causa dell'inutile fretta con cui è stata votata – rivelando, a detta degli esperti contattati dai sindacati, diversi elementi di illegittimità».

«Nessun risultato, quindi, nonostante le roboanti dichiarazioni dell'Amministrazione leghista di Brembate Sopra per i lavoratori Indesit. Altrettanto grave la questione relativa alla manovra finanziaria (il d.l. n. 78 del 31 luglio 2010) e, più in particolare, all'art. 40, che prevede una fiscalità agevolata – vale a dire la possibilità di azzerare l'Irap - per le imprese che decidano di investire nel Mezzogiorno. Abbiamo chiesto, infatti, che tale agevolazione potesse applicarsi soltanto a chi avviasse nuove attività produttive e creasse nuova occupazione e non anche a chi, forse in modo cinico, si limitasse a trasferire attività già esistenti all'unico scopo di godere delle agevolazioni, innescando una inutile competizione tra lavoratori delle Regioni settentrionali e lavoratori delle Regioni meridionali. Abbiamo chiesto, quindi, che i partiti di maggioranza e la Lega Nord in particolare cambiassero la norma in Parlamento, in sede di conversione. Nessuna traccia, invece, di questa modifica nel maxi-emendamento e nel testo della manovra economica approvato in Senato con i voti della Lega Nord e attualmente in discussione alla Camera. Si dimostra, in entrambi i casi, che alla Lega piace definirsi paladina del territorio ma poi commette errori marchiani e alle dichiarazioni alla stampa non fa seguire comportamenti coerenti, a Roma come anche qui, nei Comuni che amministra».

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