Bilanci, le aziende del Nord soffrono
E in Lombardia patiscono di più

La crisi pesa di più sulle aziende dell'Italia settentrionale: è l'evidenza che si nota guardando ai i bilanci appena chiusi dalle imprese italiane che, secondo l'Osservatorio Cerved Group, testimonia come la crisi sia ancora evidente in tutte le aree del Paese. L'analisi tracciata dal Cerved fa riferimento ai bilanci 2009 presentati da circa 185 mila aziende italiane che hanno prodotto un fatturato complessivo pari al 37% del Prodotto interno lordo (Pil). «La recessione si è manifestata sulla nostra economia attraverso una profonda caduta della domanda internazionale, colpendo in primis i settori e le aree più esposte alle esportazioni, per poi estendersi anche alle imprese meno focalizzate sul commercio con l'estero - evidenzia l'analisi dell'Osservatorio del Cerved -. I dati fanno emergere una forte contrazione delle vendite a livello nazionale (-7%), con perdite più accentuate per le aziende del Nord: -8,6% per il Nord Ovest e -8% per il Nord Est, rispetto alle imprese del Centro e del Mezzogiorno e Isole, che hanno registrato rispettivamente -5,1% e -4%.

Dati in netta contrapposizione rispetto alla tenuta delle vendite registrata nel 2008, +1,9%. La crisi si è sentita in maniera più marcata nelle regioni a maggiore vocazione manifatturiera come la Lombardia (-9,2%), il Piemonte (-6,2%), il Veneto (-9,3%), il Friuli (-9,1%), l'Emilia Romagna (-8,1%), le Marche (-7,9%), e la Toscana (-6,9%)». Grazie al contenimento dei costi esterni, non tutta la perdita del fatturato si è riflessa sul valore aggiunto, che ha fatto registrare una riduzione del 4% rispetto al 2008, con valori negativi in tutte le aree (-5,3% nel Nord Ovest, -5,2% nel Nord Est, -2,1% nel Centro) ad eccezione del Mezzogiorno in cui è rimasto sui livelli del 2008 (+0,1%). La migliore performance è attribuibile soprattutto ai risultati delle microimprese (ricavi inferiori a 2 milioni di Euro) meridionali, che hanno chiuso l'anno con un segno positivo +1% contro il -3,7% di quelle del Nord Ovest, il -3,9% del Nord Est e il -1,1% del Centro.

Gli effetti della crisi hanno avuto ripercussioni sia sulla produttività, sia sui margini lordi: la capacità di creare valore aggiunto ogni 100 Euro di costi sostenuti per il personale cade di 10 punti per le aziende del Nord, di 5 punti per quelle del Centro e di 3 per quelle del Mezzogiorno. I margini lordi evidenziano ovunque una caduta peggiore di quella del fatturato: il rapporto tra Mol e ricavi passa dal 7,9 % al 7% nel Nord Ovest, dal 7,3% al 6,4% nel Nord Est, dal 7,4% al 7,1% nel Centro. Unica eccezione il Sud e le Isole, in cui l'incidenza del Margine operativo lordo (Mol) sul fatturato si mantiene sui livelli del 2008, ossia 6,8%.

L'analisi delinea un decremento del numero delle aziende in grado di chiudere l'esercizio in utile. Nel 2009 solo il 65% (rispetto al 71% dell'anno precedente) delle imprese italiane ha registrato un utile, con una contrazione più marcata nel Nord – dal 72% al 64% nel Nord Ovest e dal 70 % al 64% nel Nord Est – di quanto osservato nel Centro (dal 70% al 67%) e in particolare nel Sud, in cui la percentuale è diminuita di un solo punto (dal 70,4% al 69,6%). Per effetto della caduta dei ricavi, aumenta in tutto il Paese la percentuale di aziende per cui i debiti accumulati superano il fatturato: dal 15,5% al 17,1% nel Nord Ovest, dal 14,8% al 16,4% nel Nord Est, dal 14,6% al 16% nel Centro e dal 14,3% al 15,8% nel Sud e Isole.

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