Cassa integrazione e licenziamenti
A Bergamo la crisi non molla

«La cassa integrazione di giugno 2010 aumenta complessivamente del 90% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si riduce la cassa ordinaria (-2,44%), ma aumenta significativamente quella straordinaria (+294%) e in deroga (+603%). I licenziamenti, rispetto allo stesso periodo di luglio 2009, aumentano ancora del 14%». A dirlo è Giacinto Botti, della Segreteria della Cgil Lombardia, responsabile del Dipartimento Politiche Contrattuali. «Escono confermate le nostre forti preoccupazioni sulle conseguenze della crisi economica in Lombarda, pur in presenza di un positivo sussulto di crescita degli ordini e della produzione, indicatori che non fanno ancora registrare segnali incoraggianti di un'effettiva controtendenza, in particolare sul terreno della quantità e della qualità dell'occupazione». A livello provinciale, in particolare, si confermano le tendenze storiche con Bergamo con la più alta percentuale di crescita della cassa integrazione della Lombardia (191,95%), seguita da Milano (188,94%), Cremona (114,81%) e Mantova (112,27%).

Questo considerando anche che la crescita tendenziale, nel II° trimestre del 2010, del portafoglio ordini (con una media dell'8%) e della produzione (5,9%) non coincide con una crescita dell'occupazione: le società tendono a recuperare le scorte che nel corso dell'anno sono state assorbite, e non a caso le giacenze di materiale accumulate nel corso del 2009 e dei primi due trimestri del 2010 segnano oltre 10 punti percentuali in meno. Più in particolare gli investimenti - vero indicatore di controtendenza - rimangono stabili e molto distanti dal 2007, il che vuol dire che il sistema imprenditoriale non crede fino in fondo nella crescita economica e preferisce continuare ad «intensificare» l'utilizzo degli impianti disponibili.

Per tutte queste ragioni parlare di fuoriuscita dalla crisi, o di luce alla fine del tunnel – dice ancora Botti - appare per il momento solo un auspicio, e bisogna avere chiaro che la soluzione dei problemi, che non sarà di breve periodo, è legata alla struttura produttiva e non può essere lasciata al caso.
La stessa manovra economica del Governo di centrodestra produrrà una riduzione del Pil pari a -0,5% (secondo l'Ufficio Studi della Camera dei Deputati), comprimendo la domanda aggregata di almeno 8 miliardi di euro, senza che vi sia nessuna compensazione dal lato delle esportazioni in ragione del target della produzione lombarda, fondata su beni e servizi ad alta elasticità di prezzo.

Analizzando nello specifico la cassa integrazione in Lombardia, secondo le analisi della Cgil la cassa in deroga non ha ancora assunto il peso degli strumenti ordinari nel mondo del lavoro, ma ormai rappresenta stabilmente qualcosa come il 25% del totale, con una tendenza a crescere del 603% tra il gennaio-giugno 2009 e il gennaio-giugno 2010. Complessivamente la cassa integrazione in tale periodo è cresciuta dell'89,77%. La stessa crescita della cassa nel periodo considerato fa supporre che le imprese abbiano «ricostruito» i mezzi di produzione, e solo in parte risposto ad un incremento della leggera ripresa della domanda estera e, con minor peso, di quella interna.
La stessa sequenza per tipologia di cassa conferma un forte malessere ed evidenza la nuova fase di sofferenza di aziende che non hanno come prospettiva il rilancio effettivo dell'attività, o che non potranno usufruire del nuovo ciclo quinquennale di cassa integrazione ordinaria. Infatti, la cassa ordinaria diminuisce del 2,44%, mentre quella straordinaria aumenta del 294%, e quella in deroga aumenta del 603%.

La crisi si fa quindi sentire sull'occupazione. Infatti l'altro dato preoccupante è che insieme all'aumento, nel mese di giugno, della cassa straordinaria e in deroga, nel mese di luglio aumentano ancora i licenziamenti e le mobilità. I dati relativi ai licenziamenti e agli inserimenti nelle liste di mobilità, nei primi sette mesi 2010 sullo stesso periodo del 2009, confermano ancora un aumento del 14%, con un totale di 35.378 lavoratrici e lavoratori interessati al 31/7/2010. Di questi, 13.585 (+ 21%) con la legge 223/91 (mobilità), e 21.723 ( + 9%) con la legge 236/93 (disoccupazione).

Tra i settori più coinvolti, c'è quello dell'artigianato con una crescita della cassa totale del 1.200%, seguito a ruota dal commercio, con una crescita della cassa del 1.163%. La dinamica della minor crescita della cassa per il settore dell'industria (59,73%), è principalmente imputabile al fatto che questo settore ha già dovuto subire in passato alte percentuali di ricorso agli ammortizzatori sociali. La variazione della cassa integrazione tendenziale (giugno 2010 su giugno 2009) è pari a 28,11%, con un aumento della cassa straordinaria del 150,33%, di quella in deroga del 606,11% e con una diminuzione di quella ordinaria del 54,27%. La variazione congiunturale, cioè la variazione sul mese precedente (giugno su maggio) è pari a meno 23,50%, segno di un rallentamento, appunto, congiunturale e non tendenziale.

Da qui la proposta della Cgil: «Le politiche per lo sviluppo richiedono un loro più coerente e forte impegno a dare e costruire e non solo a ricevere. Ribadiamo per questo - conclude Botti - l'esigenza di aprire una nuova fase di confronto non episodico con tutte le parti sociali che abbia al centro politiche di mantenimento e di sviluppo dell'occupazione che non disperdano professionalità e saperi acquisiti, e che siano in grado di creare nuovi e buoni posti di lavoro e una reale ripresa del sistema produttivo italiano e lombardo. Questa è la vera sfida che dobbiamo cogliere, per guardare oltre la crisi».

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