Mazzoleni: «Entro fine anno
più della metà della produzione»

«L'industria bergamasca potrebbe recuperare entro la fine dell'anno più della metà della produzione perduta durante i 18 mesi di crisi; non sembra più possibile ritornare a quantità analoghe a quelle della primavera del 2008 entro il 2011». Con queste parole Carlo Mazzoleni, presidente di Confindustria Bergamo, ha iniziato la sue relazione durante l'Assemblea generale.

«L'industria bergamasca potrebbe recuperare entro la fine dell'anno più della metà della produzione perduta durante i 18 mesi di crisi. Non sembra più possibile ritornare a quantità analoghe a quelle della primavera del 2008 entro il 2011». Con queste parole Carlo Mazzoleni, presidente di Confindustria Bergamo, ha iniziato la sue relazione durante l'Assemblea generale. «Il sistema produttivo - ha continuato Mazzoleni - ha dimostrato di sapersi difendere, ha razionalizzato costi e capacità produttive e si è preparato a cogliere le opportunità dei mercati. La ripresa è trainata dalle esportazioni che non sono lontane dai massimi di due annI fa. La Germania, fondamentale locomotiva per Bergamo, ha acquistato velocità. I positivi risultati del Paese industriale per eccellenza sono la conferma del ruolo trainante della specializzazione manifatturiera dopo il trauma della crisi finanziaria. La congiuntura si conferma discontinua e selettiva - continua Mazzoleni -; sarà inevitabile confrontarsi anche in futuro con situazioni di difficoltà. Permangono fattori di instabilità sui mercati finanziari e delle valute. Le materie prime sono sempre più "regolate" dalla speculazione e sempre meno dal rapporto fra domanda e offerta: ciò dovrebbe preoccupare un Paese trasformatore come l'italia e richiede politiche mirate».

All'assemblea di Bergamo sono intervenuti, oltre al presidente Carlo Mazzoleni e al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Emma Marcegaglia è intervenuta sulla questione della pressione fiscale che, secondo le previsione del Dpef in arrivo, dovrebbe essere del 42,7% nel 2011 per scendere al 42,5% su base triennale: «Un problema fondamentale - ha detto - che va affrontato ridistribuendo il carico per ridurlo su imprese e lavoratori che tengono in piedi il paese. Può avere senso non tagliarla - ha continuato -, ma bisogna ridistribuire il carico fiscale per ridurlo su imprese e lavoratori che tengono in piedi il paese». Marcegaglia ha poi affrontato il nodo della lotta all'evasione fiscale, i cui proventi, «debbono essere destinati anche al taglio alle tasse su lavoratori e imprese e non solo a coprire i conti pubblici».

Intanto davanti al Centro Congressi è stato programmato uno sciopero di tre ore per sensibilizzare sulla vicenda Indesit di Brembate Sopra, dove sono a rischio 430 posti di lavoro. In coincidenza con l'assemblea di Confindustria Bergamo, i lavoratori hanno fatto un volantinaggio in città. I lavoratori hanno voluto richiamare ancora l'attenzione sulla vertenza Indesit e fare appello a tutte le realtà del territorio, dalle istituzioni alla politica agli industriali, perché contribuiscano a individuare soluzioni concrete per il futuro dello stabilimento e dell'occupazione. I rappresentanti dei due sindacati dei metalmeccanici sono stati presenti con le rispettive bandiere e distribuiscono volantini per ricordare alla presidente Emma Marcegaglia, già presente in sala, al ministro del Welfare Maurizio Sacconi e al vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, il problema della Indesit. Secondo Eugenio Borella, segretario generale della Fiom di Bergamo, «oltre al problema della crisi, che in provincia si fa sentire, come dimostreranno i numerosi lavoratori in arrivo oggi per il presidio» sul tavolo c'è la questione della rappresentanza: «Servono nuove regole - ha spiegato - perchè il rischio è che sindacati minoritari firmino accordi validi per tutti senza consultare i lavoratori».

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