Terziario, 2000 lavoratori in cassa
Quasi trecento le aziende in crisi

Quasi 300 aziende e 2000 lavoratori coinvolti, per i quali gli ammortizzatori sociali scadranno a fine anno. Continua a mordere la crisi nel settore del terziario, commercio, turismo e servizi. Nell'ultimo anno l'utilizzo della cassa integrazione in deroga, lo strumento applicabile alla stragrande maggioranza delle aziende del settore, ha segnalato un incremento assolutamente preoccupante.

La situazione a oggi (aggiornata al 10 settembre) dall'inizio della crisi (fine ottobre 2008) vede in provincia di Bergamo 286 aziende coinvolte con 1.865 lavoratori coinvolti in ammortizzatori sociali su un totale di 4.677 dipendenti. In questo, la parte del leone la fa ovviamente il commercio con 148 aziende e 1.026 lavoratori coinvolti.

Significativo è però il dato degli studi professionali (69 aziende con 250 lavoratori coinvolti); particolarmente colpito risulta anche quello delle agenzie di viaggio con ben 17 aziende e 62 lavoratori su 111 coinvolti. Nelle zone della provincia, suddivise per competenza dei centri per l'impiego, la situazione è molto differenziata: Bergamo «primeggia» con 126 aziende e 998 lavoratori coinvolti, segue Treviglio con 47 aziende e 285 lavoratori, poi Grumello del Monte e Ponte San Pietro con rispettivamente 26 e 25 aziende e 122 e 142 lavoratori interessati.

Relativamente meno colpite paiono le zone più lontane dal capoluogo: Clusone 6 aziende, Lovere 8, Zogno 12. Per tipologia di cassa richiesta, prima è quella a zero ore con 141 aziende con totale 2.334 dipendenti di cui 935 coinvolti, vicina è la tipologia B, a rotazione con meno dell'80%, che vede 137 aziende con 2.237 dipendenti e 904 coinvolti. «La media dei dipendenti delle 286 aziende che hanno richiesto la cassa – dichiara Alberto Citerio, segretario generale della Fisascat Cisl di Bergamo - è di circa 16 lavoratori. Questo dato induce a pensare che mediamente sono aziende non proprio piccole o piccolissime ad aver chiesto l'intervento degli ammortizzatori sociali. La miriade di esercizi commerciali o pubblici esercizi con 3 dipendenti o meno che sono la maggioranza non incidono nella media in maniera così significativa; significa che essi hanno per lo più affrontato la crisi con altri strumenti che non sono gli ammortizzatori sociali e da qui emerge il fatto che molti posti di lavoro sono stati persi in maniera invisibile».

Dal punto di vista dell'evoluzione temporale della cassa integrazione durante la crisi, va sottolineato che nel terziario la crisi ha colpito in ritardo rispetto ad altri settori produttivi: dal primo semestre 2009 che vedeva 9.938 ore di cassa autorizzate si è passati alle 413.903 del 2° semestre 2009 (con un incremento di 40 volte).

Nel 1° semestre 2010 le ore di cassa autorizzate sono ulteriormente raddoppiate (814.070). Solo in questo semestre c'è un dato in controtendenza: il dato del 2° trimestre 2010 è inferiore rispetto al primo trimestre (295.553 ore contro 518.517). «Questo calo non ci può però essere di conforto visto l'altissimo livello raggiunto – continua Citerio. La crisi sta colpendo forte nel 2010 e la cassa integrazione guadagni in deroga, pur se importantissima, non è una risposta strutturale. A fine 2010 la cig in deroga scade, e la maggior parte dei lavoratori coinvolti rischia a questo punto il posto di lavoro. È necessario che vi sia una risposta politica alle pressanti richieste del sindacato e della Cisl affinché si dia corso ad una seria politica di sviluppo del territorio accompagnata da una proroga degli ammortizzatori sociali come strumento emergenziale anche per l'anno a venire perché non si disperdano risorse occupazionali sin qui difese con notevole impiego di energie e risorse».

© RIPRODUZIONE RISERVATA