Bollino blu per le imprese virtuose
Bergamo, l'illegalità costa 1,1 mld

Falsi in bilancio, reati societari, contraffazione ma anche corruzione. Sono i maggiori problemi che abbassano guadagni e investimenti. Le imprese lombarde perdono ogni anno oltre 10 miliardi di euro per le carenze degli Enti di controllo

È di 1,1 miliardi di euro l'anno il danno per le imprese della Bergamasca dovuto all'illegalità. Il dato riferito a tutta la Lombardia supera i 10 miliardi di euro, circa 13 mila euro a impresa. È il risultato di un focus sulle imprese lombarde effettuato dalla Camera di commercio di Milano su oltre 100 imprenditori lombardi, esclusi i milanesi per i quali è stata condotta un'analoga indagine a settembre 2010. Falso in bilancio, reati societari, contraffazione e concorrenza sleale, sono il problema maggiormente sentito per il 39% delle imprese. Per far fronte al problema, il 61% delle aziende è molto favorevole alla proposta di un «bollino blu» da assegnare alle imprese virtuose.

Nuove norme in materia di responsabilità delle imprese, maggiore certezza, flessibilità ed efficacia a vantaggio dell'economia, è il tema di cui si parla oggi, lunedì 27 settembre, presso la Camera di commercio di Milano. Al centro del dibattito è il disegno di legge di modifica del decreto legislativo 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa degli Enti. Del progetto di modifica, che tra l'altro prevede una certificazione per le imprese virtuose, ne parlano tra gli altri, Angelino Alfano, ministro della Giustizia, Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano, Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, Roberto Pinza coordinatore del progetto di ricerca dell'Arel, Agenzia di ricerche e legislazione, Claudio De Albertis, membro di Giunta della Camera di commercio di Milano.

Oltre Bergamo, il costo dell'illegalità per le imprese lombarde è stata quantificata in 1,4 miliardi di euro per Brescia, 0,6 miliardi per Como, 0,4 miliardi per Cremona, 0,3 miliardi per Lecco, 0,2 miliardi per Lodi, 0,5 miliardi per Mantova, 3,6 miliardi per Milano, 0,8 miliardi per Monza e Brianza, 0,6 miliardi per Pavia, 0,2 miliardi per Sondrio, 0,8 miliardi per Varese. In totale per tutta la regione si arriva alla cifra di 10,4 miliardi di euro persi dalle aziende.

Come funziona la legge attualmente in vigore Il Decreto legislativo n. 231 dell'8 giugno 2001 ha introdotto nuovi principi in materia di responsabilità degli Enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da alcuni reati, fra i quali i reati contro la Pubblica amministrazione, i reati societari, gli illeciti di abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato, i reati con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico, i reati contro la personalità individuale, i reati informatici, i reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime in violazione delle norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, nonché i reati di ricettazione, riciclaggio ed impiego di proventi di attività criminose e, di più recente, introduzione i reati di criminalità organizzata, i reati di frode in commercio, i reati di contraffazione di marchi e brevetti, i reati di violazione del diritto d'autore ed i reati di intralcio alla giustizia. Il Decreto prevede una forma specifica di esonero dalla sopraccitata responsabilità: l'adozione ed efficace attuazione di «modelli di organizzazione, di gestione e di controllo» idonei a prevenire i reati nonché l'istituzione di «un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo» che abbia «il compito di vigilare sul funzionamento e sull'osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento».

Punti salienti della proposta di modifica
1) Misure semplificate per le piccole e medie imprese: le funzioni di controllo possono essere affidate ad un soggetto interno all'ente purché in possesso di adeguate garanzie di indipendenza;
2) Vengono richiesti requisiti più stringenti e puntuali nell'adozione dei modelli organizzativi;
3) Il Ministero istituirà un elenco di soggetti pubblici o privati cui affidare la certificazione di idoneità del modello organizzativo adottato tramite il rilascio di un cosiddetto «bollino blu», per le imprese questa modifica introdurrà un elemento di maggiore chiarezza nella definizione e ripartizione delle responsabilità. Uno volta ricevuto il bollino blu spetterà al pubblico ministero l'onere di provare il difetto organizzativo o l'inefficacia del modello da cui è derivato il reato;
4) Infine, nel caso in cui l'impresa o l'ente abbia adottato un modello, che ha ottenuto la certificazione di cui sopra, non si applicano a titolo di misura cautelare, le sanzioni interdittive. Quindi in caso di reato l'attività dell'ente o dell'azienda non si paralizza, l'ente o l'azienda sono esonerate dalle misure cautelari più gravi come l'interdizione dai rapporti con la Pubblica amministrazione, fino alla decisione della sentenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA