Con le editrici Vita e Sesaab
il no profit entra in Piazza Affari

Il no profit entra in Piazza Affari dalla porta principale. È la scommessa imprenditoriale della società editrice Vita che entro la prima metà di ottobre verrà quotata in Borsa nel segmento dedicato alle piccole e medie imprese (Alternative investment market).

Per previsione statutaria sarà la prima società per azioni nel mondo che verrà quotata sul mercato di capitali senza distribuire però i dividendi, ma con l'obiettivo di contribuire a finanziare il piano di crescita e sviluppo non solo del settimanale Vita, ma anche dei servizi al terzo settore offerti da Vitaconsulting e il decollo della società Vitaweb per diffondere sul digitale 15 anni di contenuti del magazine e della community che conta 70 mila utenti registrati.

A fianco di Vita spa ci sarà anche il gruppo editoriale Sesaab, che pubblica L'Eco di Bergamo: il Cda Sesaab infatti ha dato il via libera alla sua partecipazione nel progetto di Vita spa. Una scommessa imprenditoriale unica nel suo genere e tanto più coraggiosa se si pensa alle intemperie dei mercati di questo ultimo periodo che hanno scoraggiato colossi ben più navigati a entrare nel mercato finanziario.

Il settimanale Vita no profit è nato il 27 ottobre 1994, 15 anni fa, con l'intento di dare un'informazione libera su un settore, quello del sociale, regolarmente escluso dai circuiti della stampa nazionale eppure che rappresenta una vivacità incredibile a livello di associazioni, volontariato, imprese no profit, organizzazioni internazionali attente ai servizi della persona. Nel tempo accanto al progetto editoriale sono nate Vitaconsulting che offre una serie di servizi e di figure professionali per accompagnare le imprese no profit e Vitaweb la piattaforma digitale.

«Avevamo l'esigenza - spiega Riccardo Bonacina, presidente di Vita - di continuare a esercitare la nostra professione in maniera meno costretta di tanti colleghi e di far crescere un luogo dove raccontare la società italiana e non i suoi salotti. Il settimanale Vita oggi conta su 35 mila copie diffuse ogni anno di cui il 60% di abbonamento oltre a 250 mila utenti sulla piattaforma web. Intendiamo estendere la nostra presenza in Europa, dove non esistono altri giornali che si occupano di temi legati alla sussistenza per creare un network europeo».

Durante l'ultimo anno i soci di Vita hanno approvato un piano triennale che prevede il raddoppio del fatturato che oggi si aggira intorno ai 4 milioni di euro per sostenere questo piano di sviluppo. «L'intenzione però non è quella di continuare a percorrere la via solita delle ong – spiega Bonacina –: bussare alla porta dei filantropi e degli enti pubblici, ma quella di mettersi in campo direttamente in Piazza Affari. Non prendiamo l'ascensore verso i piani alti come fa di solito il no profit per chiedere sostegno a chi gioca in Borsa, ma ci mettiamo in gioco direttamente. L'intento degli azionisti però non è quello di arricchire il proprio reddito quanto di partecipare a un progetto capace di investire in persone e competenze».

«Vogliamo lanciare un messaggio forte – spiega Bonacina – e in questo ci siamo fatti aiutare da grandi sociologi ed economisti come Marco Vitale, Stefano Zamagni e Aldo Bonomi. L'idea è che si recuperi il senso della mutualità che era alla base della Borsa e non la speculazione». L'amministratore delegato di questa nuova impresa sarà Paolo Migliavacca, manager e docente di Strategia e di Csr alla Bocconi di Milano, insieme a lui tre consiglieri indipendenti Andrea Agnelli, Andrea Olivero, Aldo Bonomi. Ed ecco l'ingresso apprezzato dai lettori di Vita no profit e dalle organizzazione che la costituiscono ma che ha trovato anche altri appoggi come per esempio la società editrice Sesaab spa.

«Con L'Eco di Bergamo – spiega Bonacina – condividiamo i valori di fondo e l'attenzione al sociale molto più spiccata che in altri giornali oltre alla continua volontà di innovazione. Ecco perché abbiamo pensato di coinvolgerla nel progetto: tra l'altro condividiamo anche alcuni mezzi editoriali come la Csq di Erbusco in provincia di Brescia che stampa anche il nostro settimanale e il sistema editoriale Sinedita. È l'unica società editrice che partecipa a questo progetto non solo dal punto di vista finanziario ma anche nella condivisione di futuri progetti da costruire insieme».

«La storica vicinanza de L'Eco di Bergamo al mondo a cui da anni questa rivista si rivolge – dice Massimo Cincera, Amministratore delegato del Gruppo Sesaab – assume una forma ancora più concreta con questo ingresso nell'azionariato di Vita seppur con una quota modesta. In secondo luogo, da editore, guardiamo con grande interesse le mosse di questo gruppo che in modo nuovo sta traghettando nel mondo dell'alta finanza un concetto di profitto del tutto innovativo».

Elena Catalfamo

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