Investimenti Exide a Romano:
i lavoratori sfiduciano la Rsu

Nuove elezioni sindacali: è quanto chiedono i due quinti circa dei lavoratori Exide di Romano di Lombardia. Con una raccolta firme hanno espresso la loro «sfiducia» verso la Rsu di fabbrica per di aver gestito male la partita relativa agli investimenti.

Un brutto colpo al sindacato, senza distinzioni di sigle o colori, un segno di malessere su cui sarà necessario riflettere, e molto. Alla Exide di Romano, le modalità che hanno dato il via libera ai 14,5 milioni di investimenti promessi dalla capogruppo americana, sono state messe pesantemente sotto accusa da circa i due quinti dei lavoratori che, con una raccolta di firme, hanno chiesto di sfiduciare la Rsu in carica, invocando immediatamente nuove elezioni.

La protesta clamorosa, se non rischia di mettere in pericolo un'intesa ormai «in cassaforte» (e già inviata alla capogruppo Usa che a fine mese darà l'ok ai finanziamenti milionari) apre però una crisi nel rapporto già traballante tra lavoratori e sindacato a causa di procedure messe in atto per arrivare al via libera sul diciottesimo turno (lavoro il sabato notte), che già la Fim Cisl aveva bollato come «discutibili».

Ora, con una lettera indirizzata a Fim e Fiom, un nutrito gruppo di lavoratori, (139 le firme raccolte in soli 2 giorni su un totale di circa 360 dipendenti) chiede le dimissioni di tutta la Rappresentanza sindacale unitaria, ritenendo le modalità con cui è avvenuto il voto, «un fatto gravissimo», e chiedendo «un immediato ritorno alle urne per eleggere nuove rappresentanze».

In questo quadro c'è un altro aspetto da non sottovalutare: sui 360 lavoratori dello stabilimento Exide di Romano, risultano sindacalizzati solo poco più della metà (con una maggioranza di iscritti a favore di Fiom Cgil): significa che oltre alle sigle che si contrappongono in campo c'è anche un «terzo polo» di semplici lavoratori che potrebbe essere risultato determinante per questa richiesta di sfiducia.

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