Giornata del mais a Bergamo
Unità di ricerca: si tenta rilancio

Anche l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani parteciperà lunedì 24 gennaio al XII convegno «Giornata del mais» organizzato dal Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura-Unità di ricerca per la maiscoltura).

Anche l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani parteciperà lunedì 24 gennaio al XII convegno «Giornata del mais» organizzato dal Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura-Unità di ricerca per la maiscoltura). L'appuntamento è fissato alle ore 9,30 nella Camera di Commercio di piazza Libertà 3, Sala Mosaico.

La «Giornata del mais 2011» diventa l'occasione per richiamare l'attenzione sul progetto di rilancio dell'Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo, sulla strada per Stezzano. Lo fa Patrizio Fattorini, segretario organizzativo della Cisl bergamasca, che in veste di membro della giunta della Camera di Commercio ha coordinato nei mesi scorsi enti e organizzazioni interessati a tenere un'eccellenza della ricerca sul territorio dopo che in passato a più riprese è suonato l'allarme chiusura e trasloco.

«Il tempo per riflettere c'è stato», dice Fattorini, ricordando la presentazione del 26 novembre che raccolse consensi da tutti: politica, Comune e Provincia di Bergamo, sindacati, Coldiretti, Confagricoltura e Confindustria. «Ora è il momento di tirare le fila della discussione e che ognuno metta sul tavolo il suo pezzo per vedere se siamo in grado di concretizzare i risultati».

Anche perché il problema vero sono le risorse. Lo ricorda ancora Gregorio Fontana, deputato del Pdl che fin dagli inizi ha seguito da vicino la vicenda e che recentemente ha incontrato il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan. «Poco fa - ha riferito Fontana - il ministro mi ha informato che si procederà a giorni al commissariamento dell'ente, il Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) nazionale.

Con il rinnovo del vertice nazionale, si aprirà un discorso nuovo con un nuovo interlocutore, diverso da chi aveva previsto che il centro di Bergamo dovesse cessare». Questo passaggio, sottolinea Fontana, deve essere «un ulteriore stimolo al territorio per organizzarsi». E qui entra in gioco il nodo dei finanziamenti: «Il rilancio è importantissimo. D'altra parte o si andava alla ristrutturazione, contro la quale ci siamo battuti, o si sostiene il piano di rilancio, che si può concretizzare realmente se ci sono le risorse».

In un gioco di squadra che possa coinvolgere pubblico e privato, Università ed enti locali. Il centro di Bergamo nacque del resto nel 1920 proprio con il contributo di enti e istituzioni locali. Nel 1968 diventò una sezione dell'Istituto sperimentale per la cerealicoltura e nell'agosto del 2007 cambiò il nome in Unità di ricerca per la maiscoltura (Cra-Mac). Gli ultimi timori per una possibile chiusura risalgono alla metà del 2009: si parlava di un accorpamento a Lodi, congelato nella primavera dell'anno scorso.

Nel frattempo il territorio si è mobilitato e ha provato a immaginare un futuro diverso. Ne è uscita la proposta di realizzare un centro specializzato dedicato all'innovazione vegetale a sostegno del comparto agro-industriale ovvero chimico, tessile, bioenergetico e della salute. Tra i fattori che depongono a favore di una scelta di questo tipo il progetto ricorda fra l'altro le possibilità di espansione del centro, che potrebbe essere ampliato fino a triplicare consentendo l'inserimento di altri gruppi di ricerca, e la posizione strategica, in prossimità del parco scientifico Kilometro Rosso e non troppo distante dal Polo tecnologico di Dalmine.

In un'area, sottolinea la proposta di rilancio, che nel raggio di 50 chilometri vede concentrata gran parte della ricerca italiana pubblica e privata. «È un traguardo strategico importante sia a livello nazionale sia a livello locale non esistendo nulla di simile in Italia», sottolinea Fattorini ricordando fra l'altro che tra i temi di Expo 2015 ci sarà anche il miglioramento delle produzioni agricole. «È un progetto ambizioso e il primo sforzo fatto per un possibile piano è molto positivo - conclude Fontana -. Ora c'è un'opportunità importante. Occorre lavorarci sopra».

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