Bergamo è in controtendenza
In crescita il numero dei protesti

In Italia il 2010 - stando ai dati di Unioncamere - per i protesti (cambiali e assegni non pagati) è stato un anno di contrazione, ma Bergamo evidenzia dati in controtendenza.

Sarà l'effetto crisi economica o una più «attenta» gestione delle proprie spese e , di conseguenza, della propria liquidità, ma sta di fatto che in Italia il 2010 - stando ai dati di Unioncamere - per i protesti (cambiali e assegni non pagati) è stato un anno di contrazione. Meno 7,2% a livello di numero di titoli staccati e, addirittura, -14,7% rispetto al valore complessivo protestato: in termini assoluti, 1,38 milioni di titoli (contro i precedenti 1,48 milioni) e 3,83 miliardi di euro (contro i 4,49 miliardi).

Se questa è la situazione complessiva, Bergamo evidenzia dati in controtendenza. In primis, il valore assoluto dei protesti non ha segnato un calo, bensì un incremento: più 14,3% saltando dai 73,6 milioni di euro del 2009 agli 84,1 milioni del 2010. Il terzo incremento consecutivo dal 2007 quando, complessivamente, i protesti bergamaschi valevano 49,6 milioni di euro.

In termini di numero di titoli protestati, invece, dopo il picco del 2009 (quando furono protestati 20.346 tra assegni e cambiali) lo scorso anno è stato messo a segno un leggero decremento: 19.552 titoli andati al protesto, con una flessione pari al 3,9%. Flessione, questa, che appare decisamente più contenuta rispetto al dato medio nazionale, ma anche alla media lombarda che, al contrario, si attesta al 6,5%.

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