Metalmeccanici, «cassa» in calo
Borella (Cgil): La ripresa è leggera

Continua anche ad aprile il trend in calo nell'utilizzo degli ammortizzatori sociali nel settore metalmeccanico orobico, come documentano i dati del report mensile stilato da Fiom Cgil Bergamo, relativo alle aziende in cui è rappresentato il sindacato.

Continua anche ad aprile il trend in calo nell'utilizzo degli ammortizzatori sociali nel settore metalmeccanico orobico, come documentano i dati del report mensile stilato da Fiom Cgil Bergamo, relativo a numeri che riguardano le aziende in cui è rappresentato il sindacato e complessivamente si riferiscono non al reale utilizzo, ma a quanto stabilito negli accordi sindacali.

Le aziende coinvolte scendono a 139, il 7% in meno rispetto al mese precedente, il 29% meno rispetto al dato di metà dicembre 2010 e, se consideriamo il mese di aprile del 2010, in cui le aziende coinvolte erano circa 370, l'abbattimento supera la metà. Per quanto riguarda poi i lavoratori direttamente interessati, sono 5.601, un meno 9% rispetto a marzo di quest'anno (6.149) e meno 32% rispetto a dicembre 2010 (8.216) e sempre meno della metà rispetto allo steso periodo del 2010, in cui i lavoratori coinvolti erano circa 14.900.

«Registriamo un ulteriore calo rispetto al mese precedente, sia per aziende sia per lavoratori – commenta Eugenio Borella, segretario generale Fiom Cgil Bergamo – e lo prendiamo come un segnale di leggera ma continua ripresa, anche se non la giudichiamo sostanziale». Un trend positivo su cui non ci si entusiasma, perché «gli occupati e le ore prodotte erano maggiori prima della crisi – prosegue –, quindi possiamo affermare che ad oggi molte aziende metalmeccaniche si sono snellite, come in tutto il comparto manifatturiero bergamasco, e questo incide anche sul minor uso degli ammortizzatori sociali».

Ma la ripresa, pur con tutte le precauzioni del caso, c'è e «la vediamo anche attraverso i ragionamenti che facciamo con le aziende – ha specificato Borella –, che riescono ad avere qualche commessa in più, hanno più movimento. Ma è presto per dire che questa ripresa si consolidi». In questo scenario di trend positivo, però, «è importante che tutte le istituzioni e tutti i soggetti coinvolti facciano il possibile per fermare la perdita di posti di lavoro – per il segretario Fiom Cgil Bergamo –, con un occhio al manifatturiero in cui si trova il 60% degli occupati orobici. In particolare, i maggiori sforzi devono andare a sostenere le categorie più deboli, quali i giovani, specialmente al primo impiego, le donne che hanno perso il posto di lavoro e i cinquantenni da ricollocare».

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