Il futuro e la sfida del tessile
Le aziende scommettono sui giovani

Il territorio e le aziende tessili puntano sui giovani. È per questo che è stata rinnovata la convenzione tra Confindustria Bergamo, le aziende del tessile associate e la facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Bergamo.

La sfida del tessile in Europa e in Italia si può vincere solo collocandosi in una fascia di mercato di eccellenza e puntando sulla ricerca di tessuti tecnici innovativi. Lo sanno bene anche le imprese orobiche che prima di altre hanno accusato il colpo della competizione internazionale proveniente da Paesi a più basso costo del lavoro proprio in questo settore di lunga tradizione in Bergamasca. Per riuscire in questi obiettivi diventa fondamentale la possibilità di reperire risorse umane con una conoscenza tecnica di base consolidata e aperte alle nuove tecnologie e all'innovazione.

È per questo che è stata rinnovata la convenzione tra Confindustria Bergamo, le aziende del tessile associate e la facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Bergamo, per formare giovani eccellenze nel ramo tessile - moda nell'ambito del corso di laurea triennale di Ingegneria gestionale. Una convenzione che si conferma ma con un'importante novità: proprio Confindustria Bergamo sosterrà gli studenti del terzo anno che si sono distinti per merito e che hanno intrapreso il percorso nel tessile e della moda attivando anche delle borse di studio per un loro soggiorno all'estero di un intero semestre in atenei che sviluppano un'attenzione al settore e che saranno individuati dall'ateneo.

Le aziende del tessile associate a Confindustria Bergamo si impegneranno inoltre a sostenere la copertura finanziaria per l'erogazione degli insegnamenti tessili, borse di studio per il soggiorno all'estero fino a 5 mila euro per studente (con l'aiuto della Pro Universitate) ma anche attività di orientamento alla costruzione di un network internazionale a supporto dell'Università. Il progetto si svilupperà su tre anni a partire dall'anno 2011/2012.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 21 giugno

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