«Prefabbricati Cividini»
A rischio 146 lavoratori

Si sono sentiti “traditi” dal Gruppo RDB e sono scesi in presidio, giovedì mattina all'alba, i lavoratori della Prefabbricati Cividini spa: la notizia dell'intenzione di chiudere lo stabilimento di Osio Sopra, arrivata mercoledì, li ha colti di sorpresa.

Si sono sentiti “traditi” dal Gruppo RDB e sono scesi in presidio, giovedì mattina all'alba, i lavoratori della Prefabbricati Cividini spa: la notizia dell'intenzione di chiudere lo stabilimento di Osio Sopra, arrivata mercoledì, li ha colti di sorpresa.

Attraverso l'amministratore delegato, Renzo Arletti, infatti, a più riprese il Gruppo aveva definito l'azienda orobica “un polo d'eccellenza, un presidio sicuro per il nord Italia”, riferisce Angelo Chiari, segretario generale provinciale della Fillea-Cgil di Bergamo.

La relazione sulla situazione patrimoniale deliberata il 29 agosto dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo, invece, sembra avere altri progetti per lo stabilimento: prevede la chiusura di 7 siti produttivi a Lomagna, Lomello, Villafranca, Occimiano, Bitetto, a Montepulciano o a Bellona e, appunto, ad Osio. I dettagli di quella che dovrebbe essere una “fusione per incorporazione di Prefabbricati Cividini in RDB spa” sono anche on line, sul sito del Gruppo, in tre documenti al link: http://www.rdb.it/investor-relations/documenti-societari.php

In uno di essi si legge che la Cividini dovrebbe terminare l'attività con l'inizio del 2012. A conferma delle intenzioni, si legge anche che l'azienda ha un contratto di locazione immobiliare (per stabilimento e uffici) che scadrebbe il 10 gennaio 2019 ma che “alla luce delle assunzioni contenute nel piano di risanamento aziendale, la nuova scadenza si presume al 30 giugno 2012”.

A rischiare il posto ad Osio sono tutti i 146 lavoratori (secondo i dati aggiornati al giugno scorso). “Un'azienda che ha una lunga storia e che dà lavoro a tanta gente non può chiudere da un momento all'altro, né far pagare errori del management a chi ha fatto sempre il proprio dovere” dice Angelo Chiari, segretario generale della Fillea-Cgil provinciale.

“Oltre ai quasi 150 lavoratori interni si deve tenere conto anche dell'indotto, dei dipendenti della mensa, dei camionisti, dei ferraioli che lavorano in mono-committenza direttamente all'interno dello stabilimento Cividini. Siamo profondamente preoccupati, per questo abbiamo già chiesto un incontro urgente con la direzione, che dovremmo incontrare all'inizio della prossima settimana”.

Lo sciopero precedente, le voci di tagli il 9 giugno scorso, nello stabilimento di Osio Sopra, si era già svolto uno sciopero in protesta alle linee guida del CdA per il riequilibrio finanziario della società e all'annuncio di voler razionalizzare gli stabilimenti per ridurre i costi. La mobilitazione era stata organizzata in tutti gli stabilimenti del Gruppo. Di fronte alla crisi finanziaria del Gruppo, in maniera ufficiosa, era stato comunicato al sindacato che alla Cividini avrebbe potuto rischiare il posto la metà dei circa settanta lavoratori degli uffici. Nessuno aveva parlato, tuttavia, di una chiusura.

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