Consumi elettrici, in espansione il terziario

Consumi elettrici, in espansione il terziarioIn Bergamasca crescita dell’1,1%. Tiene la richiesta dell’industria, cala quella del mondo agricolo

Tanto la produzione quanto il consumo di energia elettrica in Italia aumentano, e con una percentuale simile: la crescita nel 2002 sul 2001 è rispettivamente dell’1,8 e dell’1,9%. Non sono ancora disponibili i dati sul 2003, l’anno del blackout e della super-richiesta di elettricità.

Il quadro della situazione nel 2002 è fornito dal Gestore della rete di trasmissione nazionale e in questo contesto risulta che la Lombardia è l’unica regione italiana che ha ridotto i propri consumi (-0,04%), anche se resta quella con la più alta domanda (60,6 miliardi di chilowattora rispetto ad un fabbisogno nazionale di 310 miliardi). In positivo tutte le altre regioni, a cominciare dal Molise (+4,9%), dalla Basilicata e dall’Emilia-Romagna (+4,3%), dalla Calabria (+4%), dal Friuli-Venezia Giulia (+3,9%), dal Trentino-Alto Adige e dalla Toscana (+3,1%), dalla Campania (+3%) che guidano la classifica con un incremento superiore al 3%.

Nell’ambito dei dati lombardi, la provincia di Bergamo è però in controtendenza rispetto all’andamento regionale, avendo registrato un incremento dell’1,1%. In positivo anche Milano (+3,6%), Pavia (+2,8%), Lodi (+2,4%), Mantova (+2%) e Cremona (+0,3%), mentre segnano il passo Brescia (-5,8%), Sondrio (-4,2%), Lecco (-3,3%), Varese (-1,7%), Como (-1,4%).

Il grosso dei consumi bergamaschi è ovviamente assorbito dall’industria: su un totale di consumo annuo di 7,4 miliardi di chilowattora, 5,3 miliardi riguardano il comparto industriale, mentre poco più di un miliardo interessa il terziario e una quantità simile la richiesta domestica; l’agricoltura 59 milioni di chilowattora.

Entrando più nel dettaglio, l’agricoltura bergamasca segna un calo dei consumi, rispetto al 2001, del 18,8%, mentre l’industria aumenta dello 0,5%, il terziario sale del 6,4% e il comparto domestico dello 0,9%. All’interno del settore industriale, le imprese manifatturiere di base riducono i consumi del 6,8%, mentre il settore manifatturiero non di base cresce del 7%; le costruzioni aumentano i consumi del 4,8%, il comparto energia ed acqua del 23,9%.

Per quanto riguarda i dati nazionali, il settore terziario ha fatto registrare la migliore «performance»: +5,9% rispetto al 2001, seguito dai consumi domestici (+2,3%). Si ferma a +0,2%, invece, l’aumento nell’industria; in sensibile diminuzione l’agricoltura (-5,3%). A livello commerciale, il mercato libero delle imprese ha assorbito 98,2 miliardi di chilowattora, con un aumento del 29,5% rispetto al 2001. Al mercato vincolato delle famiglie e delle piccole aziende sono andati 170,5 miliardi di chilowattora, con una diminuzione del 9% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nel mercato elettrico del 2002 i clienti liberi hanno coperto il 36,6% della domanda, la restante parte (63,4%) i clienti vincolati.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei consumi di energia elettrica, il Molise, come detto, ha fatto registrare l’aumento più consistente: +4,9%; in valori assoluti il 2002 conferma la Lombardia la regione con la più alta domanda di energia elettrica: 60,6 miliardi di chilowattora; seguono il Veneto con 28,8 miliardi e il Piemonte con 25,8.

A livello provinciale nel 2002 i maggiori aumenti dei consumi elettrici sono stati registrati nelle province di Cuneo (+12,5%) e Verbano-Cusio-Ossola (+12%); alla provincia di Belluno va, invece, il record negativo del 2002, con una diminuzione del 12,9% rispetto al 2001. Quanto ai consumi elettrici per abitante, nel 2002 il Mezzogiorno ha fatto registrare un +2,4% rispetto al 2001, seguito dal Centro (+2,2%) e dal Nord (+1,4%). A livello nazionale nel 2002 i consumi elettrici pro capite sono cresciuti dell’1,8%.

Sul piano, invece, dell’offerta di energia elettrica, nel 2002 la produzione nazionale ha contribuito alla copertura della domanda con 260,1 miliardi di chilowattora (+1,4% rispetto al 2001), per una quota percentuale dell’83,7%. La quota restante di domanda (16,3%) è stata soddisfatta dal saldo tra import (51,5 miliardi di chilowattora, +5,3%) ed export (0,9 miliardi, +67,9%).

In base alla tipologia degli impianti, la produzione termoelettrica (centrali a gas, olio combustibile, carbone) ha raggiunto i 218,4 miliardi di chilowattora (+5,4% rispetto al 2001), mentre il contributo della produzione idroelettrica è stato pari a 46,6 miliardi, con una diminuzione del 12,5% rispetto all’anno precedente. In crescita l’apporto della produzione geotermica, che passa dai 4,3 miliardi di chilowattora del 2001 ai 4,4 miliardi del 2002 (+3%), mentre la produzione eolica ha fatto registrare nel 2002 un significativo balzo in avanti: 1,4 miliardi di chilowattora, con una crescita percentuale del 19,2% rispetto al 2001.

Sul versante delle fonti energetiche, il 2002 ha confermato il gas naturale quale combustibile maggiormente utilizzato per la produzione termoelettrica: la quantità di energia termoelettrica prodotta con gas naturale è stata di 95,4 miliardi di chilowattora, a fronte di una generazione da prodotti petroliferi pari a 72,1 miliardi; di 32,4 miliardi di chilowattora è stata invece l’energia elettrica prodotta con il carbone. Si conferma così il trend avviato nel 2000, anno in cui il gas ha superato per la prima volta l’olio combustibile quale fonte primaria per la produzione di elettricità.

(22/01/2004)

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