Ubi Banca, i sindacati in campo
Non piace la posizione di Jannone

Nella delicata vicenda che da alcune settimane vede Ubi Banca al centro di continui attacchi e pesanti critiche, i sindacati prendono le distanze dalle posizioni espresse dall'on. Giorgio Jannone, capofila di un nuovo sindacato di azionisti di Ubi, fortemente critico nei confronti della dirigenza dell'istituto di credito.

Nella delicata vicenda che da alcune settimane vede Ubi Banca al centro di continui attacchi e pesanti critiche, i sindacati tengono a sottolineare di essere «sempre e solo dalla parte dei lavoratori», rimarcando però la propria netta distanza dalle posizioni espresse dall'on. Giorgio Jannone, capofila di un nuovo sindacato di azionisti di Ubi, fortemente critico nei confronti della dirigenza dell'istituto di credito.

«Da alcuni mesi - scrive la Fiba Cisl - assistiamo a contrasti sempre più pesanti tra gli azionisti della banca: l'onorevole Jannone (Amministratore delle cartiere Pigna) si è fatto promotore di un nuovo sindacato di azionisti raccogliendo, a suo dire, consensi anche tra alcuni degli attuali consiglieri del Gruppo e palesando forti critiche all'attuale gestione. Non passa giorno che non si legga su alcuni quotidiani di Bergamo prese di posizione che, partendo da analisi e valutazioni sullo stato del Gruppo Ubi Banca, propongono soluzioni volte a cambiare radicalmente le strategie e il Gruppo dirigente».

«Come Fiba Cisl non abbiamo preso parte alla disputa, anche quando l'onorevole faceva riferimento a rapporti stretti con "generiche organizzazioni sindacali". La nostra posizione è quella di tutelare al meglio i lavoratori del Gruppo, a prescindere da chi è o sarà scelto per "amministrarci"».

«Non abbiamo amici o nemici, abbiamo solo controparti con le quali confrontarci, quotidianamente e faticosamente, per salvaguardare gli interessi dei lavoratori. Le ultime azioni dell'onorevole Jannone ci impongono però una chiara presa di posizione».

«Negli ultimi giorni, sulla scia di Marchionne - conclude l'organizzazione sindacale -, il politico imprenditore ha comunicato la fuoriuscita della propria azienda dalla Confindustria in aperta polemica con l'accordo interconfederale dello scorso 21 settembre che, a suo dire, limita negativamente le potenzialità dell'art. 8 dell'ultima manovra finanziaria: non accetteremo mai di discutere la possibilità di licenziare i lavoratori in deroga all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e al Ccnl».

Sulle stesse posizioni la Fisac-Cgil che conclude così il suo comunicato: «
Se qualcuno pensa in un futuro prossimo di affrontare le ristrutturazioni e i Piani industriali del Gruppo Ubi senza la tutela occupazionale garantita dall'art. 18 dello Statuto dei lavoratori e dal Ccnl, troverà la nostra organizzazione pronta allo scontro!».

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