I lavoratori scrivono ai Cividini:
fate il possibile per non chiudere

I lavoratori e le RSU della Prefabbricati Cividni di Osio Sotto, in presidio, hanno messo a punto una lettera aperta indirizzata alla famiglia Cividini, che detiene la proprietà dello stabilimento.

Nel giorno della nuova mobilitazione alla Prefabbricati Cividini, l'azienda di Osio Sopra che insieme ad altri sei siti industriali del gruppo RDB chiuderà i battenti, con la perdita di tutti gli attuali 140 posti di lavoro (più un centinaio nell'indotto), i lavoratori e le RSU in presidio hanno messo a punto una lettera aperta indirizzata alla famiglia Cividini, che detiene la proprietà dello stabilimento.

In essa si chiede ai Cividini «di valutare l'ipotesi di intervenire in questa fase della vicenda», facendo la propria parte per evitare la chiusura. Di seguito vi invio il testo completo della lettera che porta le firme di RSU, lavoratrici e lavoratori della Prefabbricati Cividini, Fillea Cgil, Filca Cisl e Fenal Uil di Bergamo.

Oltre allo sciopero delle prime due ore di ciascun turno, a partire dalle 6 di lunedì mattina, e oltre al presidio dei cancelli, i lavoratori hanno anche deciso il blocco in uscita della merce, fino a data da destinarsi.

«Spettabile famiglia Cividini,
sono passati due mesi dal momento che abbiamo ‘scoperto', quasi per caso, che l'attività produttiva dello stabilimento di vostra proprietà a fine anno dovrebbe cessare. In questi due mesi abbiamo coinvolto tutte le istituzioni e i soggetti economici della nostra realtà per provare a intravedere soluzioni alternative alla chiusura. Nelle nostre assemblee, interviste e negli incontri che abbiamo tenuto, abbiamo citato anche voi come soggetti direttamente interessati alla vicenda. Abbiamo registrato una vostra dichiarazione che sosteneva che nessuno vi aveva contattato.
Il tempo inesorabilmente passa, i soggetti economici del territorio non sono in grado di dare delle risposte rapide alla perdita di una importante realtà industriale come la Prefabbricati Cividini.
Ci rivolgiamo a voi come proprietari dell'immobile e come possibili soggetti interessati a continuare la produzione. Chiediamo di incontrarVi e di valutare l'ipotesi di intervenire in questa fase della vicenda, prima che sia troppo tardi e che il gruppo RDB segni la fine di un'esperienza produttiva locale di enorme importanza.
Dalla ‘proposta' sindacale e politica siamo passati alla ‘protesta' sociale con il blocco della portineria in uscita.
Se il consiglio di amministrazione della RDB approverà l'intero piano di riorganizzazione, con l'appoggio economico delle linee di credito garantite dalle banche, l'azienda imporrà la sua volontà sulla realtà produttiva di Osio Sopra. Noi la contrasteremo con tutte le nostre forze.
Vi chiediamo di fare la vostra parte per evitare la chiusura dello stabilimento e per individuare una soluzione che dia un futuro alle nostre famiglie, ai nostri figli, alle famiglie che lavorano per l'indotto e che contribuisca allo sviluppo di questo territorio».

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