Fiom, 30 sindacalisti critici
Nasce la «Rete» oltranzista

Evoca scenari da anni Quaranta o Settanta il nuovo raggruppamento nato in seno alla Fiom e battezzato «Rete resistenze operaie». Ma oggi i rivali sono coloro che - (anche all'interno della Fiom) - ledono i diritti e il potere d'acquisto dei salari degli operai.

Evoca scenari da anni Quaranta o Settanta il nuovo raggruppamento nato in seno alla Fiom e battezzato «Rete resistenze operaie». Ma gli avversari sono cambiati. Oggi sono tutti coloro che - governo, industriali e certi sindacalisti (anche all'interno della Cgil e, addirittura, nella Fiom) - ledono i diritti e il potere d'acquisto dei salari degli operai.

L'area programmatica della Cgil è formata, per ora, da 30 sindacalisti Fiom, 19 dei quali membri del direttivo (in percentuale sono il 22% su un totale di 87). Nella Cgil c'è chi li bolla come «oltranzisti» perché a nessuno finora era venuto in mente l'idea di collocarsi a sinistra di Maurizio Landini (segretario nazionale Fiom) o di Giorgio Cremaschi.

«Un sindacalismo alla Hugo Chàvez», commenta un moderato Fiom. Same e Brembo sono le loro roccaforti (la prima ha bocciato la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale) ma sono presenti anche in Mazzucconi, N&W Global Vending, Promatech, Corali, Mollificio S. Ambrogio, Colombo Design e altre.

Le ragioni della «Rete» sono spiegate da Giuseppe Severgnini, del direttivo Fiom, primo firmatario del documento programmatico cui aderisce anche Simone Grisa, membro della segreteria: «L'obiettivo è quello di una maggiore tenuta rispetto ai diritti e alle condizioni di vita dei lavoratori. Nasciamo a Bergamo perché qui operiamo, ma se dovessero farsi avanti iniziative analoghe altrove ci confronteremo e valuteremo se metterci insieme. Al centro della nostra formazione c'è la piattaforma per il rinnovo del contratto ma non solo. Critichiamo il venir meno nella Cgil di un'area di confronto».

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