Luxit verso la chiusura
A rischio 44 posti di lavoro

Una «normale ristrutturazione aziendale» dovuta al fatto che, nel tempo, è «venuto a mancare il principale cliente di riferimento di Luxit, ovvero la norvegese Luxo».  A Presezzo a rischio 44 posti di lavoro.

Una «normale ristrutturazione aziendale» dovuta al fatto che, nel tempo, è «venuto a mancare il principale cliente di riferimento di Luxit, ovvero la norvegese Luxo». Così la direzione di Fdv (acronimo di Firme di Vetro) Group Spa, che dal 2007 controlla al 100% la Luxit di Presezzo, ha motivato le ragioni del piano di ristrutturazione che interessa l'azienda bergamasca e che prevede l'affitto del ramo d'azienda commerciale, logistico e dell'ufficio tecnico ad una Newco (partecipata anche da Fdv), che riassorbirà 11 dipendenti su un totale di 55.

Facendo un passo indietro, Luxit, è nata nel 1967 come Luxo Italiana, filiale della norvegese Luxo, ed era specializzata nella produzione di lampade da tavolo. Nel 2007, poi, è stata acquistata dalla veneta Fdv Group, che a sua volta, dal 2006, è controllata dal fondo Alcedo Sgr Spa. Nata nel 2002 per riunire in un unico gruppo diversi marchi che commercializzano apparecchi di illuminazione, Fdv Group opera con i marchi I Tre, Murano Due, Aureliano Toso Illuminazione, Gallery Vetri d'Arte e Alt Lucialternative, Luxit e Leucos. «Da quando la Luxit è stata ceduta, la Luxo ha gradualmente ridotto l'acquisto di lampade dall'azienda bergamasca, che si è così vista mancare lo sbocco commerciale principale». Contestualmente, la produzione dalle lampade da tavolo si è sempre più orientata verso l'illuminazione per il settore architetturale, affidando la parte produttiva ad artigiani contoterzisti della nostra provincia. Motivo per cui da qualche tempo a questa parte l'azienda si è concentrata sempre più sulla parte commerciale. I sindacati hanno espresso una «forte preoccupazione» per la situazione e giovedì le parti si incontreranno all'assessorato provinciale del Lavoro per cercare di individuare una soluzione «meno traumatica».

«A rischio ci sono 55 posti di lavoro - ha puntualizzato Eliana Como della Fiom-Cgil - e come sindacato chiediamo che vengano valutate altre ipotesi per la salvaguardia dei dipendenti. Penso ad esempio al fatto che altre realtà potrebbero essere interessate a rilevare un'azienda come la Luxit, certo è che uno "spezzatino" rende meno appetibile la cosa».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 16 novembre

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