Giovani industriali, 40 anni di crescita
«Non temiamo di rischiare in proprio»

A metà strada tra gli utopisti con la testa fra le nuvole e i realisti con i piedi nel fango, per raccontarla alla Orwell. Si definiscono così i giovani imprenditori bergamaschi che, alla Fiera di Bergamo, hanno festeggiato i primi quarant'anni del loro gruppo.

A metà strada tra gli utopisti con la testa fra le nuvole e i realisti con i piedi nel fango, per raccontarla alla Orwell. Si definiscono così i giovani imprenditori bergamaschi che lunedì 28 novembre, alla Fiera di Bergamo, hanno festeggiato i primi quarant'anni del loro gruppo, «facendo tesoro del passato, realizzando i sogni del futuro - lo ha spiegato il loro attuale presidente Gianmarco Gabrieli - e cogliendo le opportunità di oggi».

E tutti con una buona dose di ottimismo, anche quando si fa loro notare che in Bergamasca da qualche anno l'imprenditoria giovanile è in gran parte di seconda o terza generazione. Come a dire che di giovani che partono da zero e rischiano in proprio se ne vedono un po' pochini.

«È vero che è più difficile partire con una nuova iniziativa imprenditoriale - precisa Gabrieli - ma anche chi eredita un'impresa oggi la deve comunque reinventare. Non può rimanere uguale generazione per generazione. Il rischio c'è per tutti».

Più chiara ancora sull'argomento il braccio destro di Gabrieli, Silvana Pezzoli: «Il mondo non finisce qui, gente giovane che rischia ce n'è sempre - puntualizza la vicepresidente del Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Bergamo - anche nella nostra provincia. In un momento in cui il Governo non ti aiuta più di tanto, ovvio che le difficoltà pesino, ma le situazioni difficili sono anche quelle più stimolanti».

Negli ultimi anni il Gruppo giovani di Confindustria ha deciso di sostenere lo «start up», andando ad realizzare iniziative specifiche in collaborazione con l'Università di Bergamo. «Esiste la possibilità di creare nuovo business - spiega Claudia Persico, esponente del Consiglio giovani - soprattutto nel settore dell'energia. Per mettersi in proprio non basta essere coraggiosi ci vogliono anche entusiasmo e passione».

E di questi ultimi ne ha da vendere Carlo Pesenti, amministratore delegato dell'Italcementi, che ha illustrato gli elementi fondamentali che condizioneranno i mercati del futuro, demografia, limiti del pianeta e quindi sostenibilità, tecnologia e innovazione. «Bergamo - ha concluso Pesenti - deve diventare una maglia della rete globale e deve puntare sul capitale umano e sulla conoscenza».

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