Cgil Bergamo contro la manovra
«Misure comuni con Cisl e Uil»

Anche la Cgil di Bergamo Luigi Bresciani contesta la manovra Monti: «Il Governo cerca di far cassa sui lavoratori e i pensionati» dichiara e chiede a Uil e Cisl Bergamo «iniziative comuni contro i sacrifici imposti dal Governo».

Anche la Cgil di Bergamo Luigi Bresciani contesta la manovra Monti: «Le condizioni dell'Italia sono gravissime anche perché il Governo precedente ha sottovalutato la portata della crisi e ha condotto il Paese in questa situazione - spiega Bresciani -. Nessuno nega la necessità di una manovra per salvare l'Italia però abbiamo chiesto che sia equa, giusta. Così, purtroppo, non è. Il Governo Monti cerca di far cassa sui lavoratori e i pensionati».

«Le misure relative alle pensioni congelate rispetto al crescente aumento del costo della vita, l'allungamento dell'anzianità oltre i 40 anni, l'aumento brutale dell'età di vecchiaia per le donne del settore privato, tagli ai Comuni, alle Regioni e, dall'altra, interventi timidissimi sulle grandi ricchezze, molta cautela nel diminuire i costi della politica e poco o nulla nella lotta all'evasione fiscale (la tracciabilità a 1000 euro è ben poca cosa, l'1,5% sullo somme scudate è un'imposta ridicolmente bassa), ci fanno dire che questa manovra non è equa - continua il sindacalista -. Sulle pensioni viene effettuato l'intervento più pesante eliminando il meccanismo delle quote. A partire dal 2012, agli uomini prima dell'età della vecchiaia, occorreranno 42 anni e 1 mese e alle donne 41 anni e un mese per andare in pensione. Questo requisito sale negli anni: di due mesi nel 2013 e di tre mesi nel 2014. Se chiedi la pensione di anzianità prima di aver raggiunto i 65 o i 66 anni, l'assegno sarà ridotto del 2% per ogni anno di anticipo! Dal 1° gennaio 2012 l'età pensionabile delle donne nel settore privato sale a 62 anni per arrivare a 65 anni nel 2016».

E Bresciani continua: «La manovra vale 30 miliardi di cui 12 di tagli alla spesa pubblica e 18 di nuove tasse. È una manovra socialmente insopportabile, è una manovra di aumento di tasse che sono già troppo alte, soprattutto in una fase economica recessiva e costerà ad ogni famiglia 635 euro l'anno che si somma ai 1500 euro delle precedenti due manovre di Berlusconi. Con questa pressione è difficile che il Paese possa crescere. Per questo siamo convinti che occorra un impegno unitario per cambiarla: la Cgil di Bergamo chiede, dunque, a Cisl e Uil che sul nostro territorio si organizzino iniziative comuni contro i sacrifici imposti dal Governo perché occorre continuare ad insistere per modificare in Parlamento la manovra ed ottenere le misure che riteniamo necessarie».

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