Calcio e finanza, Brescia in vendita
Potrebbe esserci la regia di Ubi

Mondo del calcio e del credito. Qualcosa si muove anche al nord, da quando a Brescia il presidente Gino Corioni avrebbe deciso di passare la mano. Ubi Banca, in qualità di main sponsor e creditrice di oltre 30 milioni di euro, potrebbe venire coinvolta.

Il rapporto tra il mondo del calcio e quello del credito non è mai stato così stretto come negli ultimi mesi: basta osservare cosa è avvenuto nella Capitale tra Unicredit e As Roma (ma legami stretti ci sono anche tra Siena calcio e Montepaschi, peraltro già protagonista anche nel basket con la squadra campione d'Italia). Ora qualcosa si muove anche più a nord, da quando a Brescia il presidente Gino Corioni, da quasi vent'anni a capo del sodalizio biancoazzurro, l'uomo che ha portato alla corte dei «cugini» prima Roberto Baggio e poi Pepp Guardiola, avrebbe deciso di passare la mano (il condizionale è d'obbligo perché in passato simili proclami sono sempre rientrati).

Ora però la partita pare agli sgoccioli e Ubi Banca, in qualità di main sponsor e soprattutto creditrice di oltre 30 milioni di euro, secondo alcuni organi di stampa potrebbe venire coinvolta in maniera diretta, per gestire un passaggio estremamente delicato. Finora non hanno trovato conferma i «rumors» che vedrebbero al timone un binomio inedito: il manager Ugo Calzoni, che si occupa ormai a tempo pieno di reperire acquirenti per la cessione del club, nelle vesti più operative di amministratore delegato, mentre la presidenza potrebbe toccare a Corrado Faissola, presidente del Consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, amico di vecchia data del presidentissimo Corioni. Per il momento Ubi ha seccamente smentito questa pista: l'istituto ha fatto sapere ufficialmente che alla banca non risulta «né il coinvolgimento diretto del presidente Faissola né del gruppo, nelle vicende societarie del Brescia calcio».

Nel frattempo sarebbe spuntata un'altra cordata che farebbe capo a Brixia Incipit, finanziaria guidata dal tandem Tommaso Ghirardi-Diego Penocchio, oggi rispettivamente presidente e vice presidente del Parma calcio (la stessa holding è infatti già nella compagine societaria dei ducali), ma bresciani di nascita e quindi non indifferenti al richiamo della Leonessa. Questa seconda ipotesi è al vaglio solo da qualche settimana, ma visti gli ottimi rapporti di Corioni sia con Ghirardi (di Carpenedolo) sia con Penocchio (che è anche presidente del gruppo industriale Ormis di Castegnato) potrebbe rappresentare, attraverso la costituzione di una fondazione, un'alternativa credibile alla cordata «storica» che Ubi ha cercato di favorire in questi mesi, anche se da Ghirardi è già arrivata la smentita di rito.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 29 dicembre

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