La liberalizzazione degli orari dei negozi
Regione Lombardia sostiene i Comuni

Liberalizzazione orari negozi: la Regione sostiene i Comuni per l'adozione dei Piani territoriali degli orari Gli esempi di Como, Rozzano, Bergamo e Lodi, apripista nelle politiche di conciliazione.

«Il decreto Monti sulle liberalizzazione degli orari dei negozi non coglie impreparata la Regione Lombardia, che già da sette anni sostiene e finanzia i Comuni nei progetti di conciliazione degli orari». Questo il commento del Presidente della Commissione Affari istituzionali, Sante Zuffada, che oggi ha esaminato la relazione del Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione sullo stato di attuazione della legge regionale sui «Tempi delle città», la n. 28/2004.

La normativa oggi in esame prevede l'assegnazione di contributi ai Comuni lombardi per la realizzazione di azioni sperimentali in materia di politiche temporali. Lo scopo è incentivare la redazione e l'attuazione dei Piani Territoriali degli Orari (PTO), cui tutti i comuni italiani sopra i 30mila abitanti avrebbero dovuto dotarsi fin dal 2001, ai sensi delle legge nazionale 53/2000.

La relazione del Comitato, illustrata dal consigliere Carlo Borghetti (PD), ha messo in evidenza che Regione Lombardia ha emanato in questi anni 3 bandi (di cui l'ultimo ancora attivo, che si concluderà nel giugno 2012) e sottoscritto 10 accordi di collaborazione con i Comuni, assegnando contributi per circa 9milioni e 200mila euro (di cui quasi 8 milioni regionali), finanziando 96 progetti, presentati da 139 Comuni (tra cui Bergamo, Cremona, Lodi, Cinisello B., S. Giuliano milanese, Vigevano e Saronno). A beneficiarne soprattutto i bisogni della mobilità e della fruibilità dei servizi pubblici.

La partecipazione più alta è stata registrata nelle province di Milano e Monza e Brianza. Nel 2004 i Comuni della Lombardia che avevano un PTO approvato erano solo 5; a giugno 2011 risultavano ben 129, di cui 36 sui 38 Comuni con più di 30mila abitanti (solo Cesano Maderno e Lissone sono ancora inadempienti).

«L'applicazione della legge sui “Tempi delle città” ha avuto avuto esiti soddisfacenti – ha commentato il consigliere Borghetti – soprattutto per la capacità di coinvolgere i Comuni su un tema, quello della razionalizzazione della risorsa tempo, drammaticamente vissuto da tutti. Per il futuro, si potrebbe auspicare che la Regione si attivi per richiedere un maggior ruolo da parte delle Province e una premialità ai Comuni che riescono a coinvolgere nei PTO non solo soggetti pubblici ma anche privati, come le banche e i commercianti».

“Occorre continuare a sostenere le politiche di conciliazione dei tempi – ha sottolineato Stefano Galli, capogruppo della Lega Nord -, verificando attentamente la compatibilità del dettato regionale con quanto contenuto nel decreto Monti sulle liberalizzazioni”.

Nella relazione vengono, infine, menzionati i casi pilota di Como (La giornata del cittadino: contributo assegnato di 143.440 euro); Bergamo (riqualificazione urbana del quartiere Redona: contributo assegnato 110mila euro); Rozzano (decentramento degli sportelli; contributo assegnato: 93.860 euro), Lodi (potenziamento dei trasporti per la città universitaria; contributo assegnato: 135mila euro, esempi di interventi realizzati per risparmiare il tempo che altrimenti andrebbe sprecato a causa di un'inadeguata organizzazione degli orari delle città.

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