Poste, gli ex dipendenti beffati:
le clausole di deroga vanno estese

Lunedì i lavoratori di Poste Italiane che si trovano a fare i conti con un vuoto contributivo e con un posto di lavoro che non c'è più, si sono riuniti nella sede della Cisl, in un'assemblea organizzata dai sindacati di categoria Slc-Cgil e Slp-Cisl.

Nel vicolo cieco dell'ultima riforma pensionistica, dopo aver sottoscritto con l'azienda un piano di esodo anticipato con accompagnamento alla pensione (che ora, invece, si allontana), lunedì i lavoratori di Poste Italiane che si trovano a fare i conti con un vuoto contributivo e con un posto di lavoro che non c'è più, si sono riuniti nella sede della Cisl, in un'assemblea organizzata dai sindacati di categoria Slc-Cgil e Slp-Cisl.

«Ieri abbiamo fatto il punto della situazione coi lavoratori: quello che speriamo è che a livello parlamentare, attraverso il decreto Mille Proroghe, vengano recepite le soluzioni presentate da più parti per sbloccare la questione» ha spiegato oggi Paolo Turani della Slc-Cgil di Bergamo.

«Speriamo, cioè, che vengano estese le clausole di deroga alla nuova normativa previdenziale in modo da comprendere i lavoratori postali che ora si trovano scoperti dal punto di vista contributivo e/o di età nell'ordine dei 3-4 anni. È talmente grave l'emergenza di lavoratori travolti dalla riforma Monti/Fornero che all'incontro di ieri si sono presentati persino lavoratori dell'Ikea che stanno vivendo la medesima situazione: avuta notizia dell'incontro, hanno deciso spontaneamente di parteciparvi. Non ci è mai successo nulla di simile».

L'assemblea ha condiviso un documento in cui si sottolinea la gravità della situazione dei lavoratori della provincia di Bergamo, un centinaio sugli oltre 5mila a livello nazionale. «Il documento verrà consegnato nei prossimi giorni al Prefetto di Bergamo da una delegazione di lavoratori» continua Turani.

«Lettere dello stesso tenore verranno inviate anche ai parlamentari bergamaschi, al Ministro Fornero e a Poste Italiane. La Slc-Cgil continuerà a seguire da vicino la situazione di questi lavoratori come ha fatto fino ad ora. Vogliamo ribadire che per noi la partita sulle pensioni non è affatto chiusa e che gli obiettivi di equità sono ancora tutti da perseguire».

Come già fatto a dicembre, ricordiamo che oltre 100 lavoratori di Poste Italiane nella nostra provincia hanno sottoscritto con l'azienda un accordo in cui acconsentivano a presentare le dimissioni volontarie dietro la garanzia dell'accompagnamento fino alla maturazione del requisito per la pensione. Al momento della sottoscrizione del piano di esodo con Poste Italiane i lavoratori prevedevano di maturare i requisiti tra il 2012 e il 2013 con meccanismi differenti (chi per il raggiungimento dei 40 anni di lavoro e chi per effetto dell'età). Ma la riforma pensionistica ha scardinato completamente le loro aspettative di pensionamento

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