I sindacati e il caso Honegger:
«Si crei un gruppo di crisi»

Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, e le categorie dei tessili, manifestano un giudizio fortemente negativo in merito alla scelta del gruppo Lombardini di venire meno agli impegni presi nell'accordo di programma sul piano Honegger. E chiedono un «gruppo di crisi».

Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, e le categorie dei tessili, manifestano un giudizio fortemente negativo in merito alla scelta del gruppo Lombardini di venire meno agli impegni presi nell'accordo di programma sul piano Honegger che prevedeva la continuità dell'attività manifatturiera del Gruppo Honegger e un insediamento commerciale che avrebbe occupato 150 persone.

«Dal giugno scorso, data della firma formale dell'accordo di programma in Regione Lombardia, abbiamo assistito - scrivono i sindacati - a un atteggiamento dilatorio del gruppo Lombardini, che chiedeva tempo per una rivisitazione del piano d'area in funzione dei cambiamenti di scenario sia sul versante finanziario che sul versante di mercato. Ancora nell'ultimo incontro Lombardini ribadiva la propria volontà di continuare il percorso, seppur con un piano di investimenti inferiore a quello iniziale».

«Riteniamo quindi gravi - scrivon Cgil, Cisl e Uil - le dichiarazioni di Lombardini, perché viene meno agli impegni presi e pregiudica fortemente le prospettive dell'area e la continuità di una presenza di un polo manifatturiero storico e importante per l'occupazione in valle Seriana. Le ripercussioni di tutto ciò ricadono ancora una volta sui lavoratori e sulle lavoratrici dell'Honegger. Non è più possibile tergiversare ancora con proposte fumose e poco credibili sul versante occupazionale perché sarebbe un'ulteriore presa in giro dei lavoratori e delle lavoratrici».

I sindacati, insieme alle categorie dei tessili, chiedono «la creazione di un gruppo di crisi che si occupi immediatamente delle prospettive per il polo manifatturiero e la ricerca di nuove opportunità per l'area. L'impatto sociale sulla valle Seriana, già stremata dalla crisi occupazionale, sarà gravissimo. In funzione di questo chiediamo che nel gruppo di crisi, oltre alle organizzazioni sindacali, vengano coinvolti i massimi livelli istituzionali della Provincia, dei Comuni interessati, della Cciaa, di Confindustria Bergamo, degli istituti bancari coinvolti. Occorre muoversi con estrema urgenza».

E concludono: «Nessuno si può permettere di stare alla finestra e assistere all'ennesima e forse più grave crisi aziendale e occupazionale del territorio».

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