Belgravia, lavoratori in sciopero
«Il delegato deve essere riassunto»

Chiederanno la riassunzione del loro compagno di lavoro e neodelegato Kumar Rakesh, ma anche la proroga del contratto di un altro collega e la riapertura della trattativa per la stabilizzazione di tutti i dipendenti a tempo determinato.

Chiederanno la riassunzione del loro compagno di lavoro e neodelegato Kumar Rakesh, ma anche la proroga del contratto di un altro collega e la riapertura della trattativa per la stabilizzazione di tutti i dipendenti a tempo determinato: per questi motivi i lavoratori della Belgravia arl di Azzano San Paolo hanno deciso di incrociare le braccia sabato prossimo, 7 aprile, per l'intero turno di lavoro e di bloccare l'utilizzo delle ore straordinarie a partire da martedì 10 aprile.

Discussa e votata martedì durante un'assemblea dei lavoratori svolta con i funzionari di Flai Cgil e Fai Cisl, la mobilitazione è proclamata a meno che nel frattempo non si vedano “tangibili segnali da parte dell'azienda” si legge nel comunicato sindacale di fine assemblea. Proprio nel bel mezzo della difficile trattativa per la stabilizzazione dei lavoratori a termine, venerdì scorso, era arrivato il licenziamento disciplinare di un neo delegato componente della Rsu, organismo eletto per la prima volta nella storia dell'azienda il 7 marzo.

La trattativa sulla stabilizzazione ha una certa rilevanza in Belgravia, dal momento che sui 47 dipendenti una ventina di loro è assunta a tempo determinato (senza contare i 15 somministrati e i 40 di una cooperativa che lavora per l'azienda). Specializzata nel settore del confezionamento di verdura, il cosiddetto settore della IV gamma, cioè quello di prodotti orticoli e frutticoli freschi, selezionati e confezionati in buste o vaschette, Belgravia arl ha un organico composto quasi esclusivamente da lavoratori indiani e pachistani.

Nella lettera di licenziamento recapitata a Kumar Rakesh (da dieci anni al lavoro nell'azienda e da cinque capo reparto) - dicono i sindacati - il provvedimento veniva motivato con “minacce verbali ai propri colleghi di lavoro al fine di non farli ottemperare ai propri doveri sul posto di lavoro e come conseguenza mettere in difficoltà l'azienda”.

“Abbiamo impugnato il licenziamento del nostro delegato convinti che di minacce proprio non ce ne siano state e che, invece, l'allontanamento dal lavoro sia riconducibile all'andamento del confronto avuto con la direzione venerdì 23 marzo” spiega Francesca Seghezzi della segreteria provinciale della FLAI-CGIL di Bergamo, che sta seguendo la vertenza. “Un confronto sul quale abbiamo registrato la riluttanza dell'azienda”.

Dopo quell'incontro andato a vuoto e dopo una prima giornata senza straordinari (sabato 24 marzo), la Direzione e la proprietà avevano convocato Kumar Rakesh e un suo collega (che al termine del confronto ha firmato le proprie dimissioni) per dire loro di smetterla di “minacciare” gli altri lavoratori con l'obiettivo di costringerli a non svolgere il lavoro straordinario. Poi è arrivata la lettera di licenziamento. “Quello che i lavoratori riuniti oggi in assemblea hanno chiesto è la riassunzione di Kumar, la proroga del contratto di un altro lavoratore, Singh Sandeep, e la riapertura della trattativa per la stabilizzazione del personale a tempo determinato con tempi celeri e certi” conclude Seghezzi. L'Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo venerdì ha impugnato il licenziamento sulla scorta dell'art. 18: si tratta di un'impugnativa per motivi sindacali, per cui è prevista una procedura d'urgenza.

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