Tassazione produttività, la Cisl:
«Frutto di una visione ottusa»

Un parere fortemente negativo arriva dalla Cisl di Bergamo dopo la pubblicazione del decreto del presidente del consiglio riferito alla tassazione del salario di produttività. «Provvedimento - scrive il sindacato - frutto di una visione ottusa e poco lungimirante»

Un parere fortemente negativo arriva dalla Cisl di Bergamo dopo la pubblicazione del decreto del presidente del consiglio riferito alla tassazione del salario di produttività.

In una nota della segreteria bergamasca si legge: «Riteniamo profondamente sbagliato ridurre le agevolazioni e quindi aumentare la tassazione del salario di produttività che scaturisce dalla contrattazione in azienda, tanto più nel contesto attuale dove lavoratori e famiglie  sono tartassati con ogni tipo di gabella e nel momento in cui il nostro Paese ha bisogno di premiare il lavoro e la produttività nell'interesse dell'Italia intera».
  
Lo scorso anno - spiega la Cisl - ogni lavoratore poteva avere una tassazione agevolata al 10%  per  6.000 euro all'anno: con il nuovo decreto la somma massima sulla quale applicare la tassazione agevolata  è stata abbassata a 2.500 €.

E' stato inoltre abbassato  l'importo massimo oltre il quale non si ha diritto alla riduzione fiscale: l'anno scorso i lavoratori che non superavano i 40.000 euro lordi annui potevano godere della detassazione, con il nuovo decreto basterà guadagnare più di 30.000 euro lordi per non aver diritto alla detassazione.

«Questo intervento – continua la nota - avrà ripercussioni negative sul reddito di tanti lavoratori bergamaschi, soprattutto quelli coinvolti da accordi contrattuali nazionali e aziendali sul versante dei turni e delle diverse indennità e dei premi di risultato riconducibili all'incremento di produttività, efficienza e redditività delle imprese. Ci sembra paradossale che mentre si discute di investire nella crescita e nello sviluppo si intervenga con questi provvedimenti che vanno in direzione opposta».

«Ci chiediamo quindi - aggiunge il sindacato - se sono queste le azioni dovrebbero favorire la ripresa? Sono questi gli investimenti per lo sviluppo?
Questo provvedimento è per noi frutto di una visione ottusa e poco lungimirante, ed è basato su un criterio di intervento meramente ragionieristico. Occorre invece che si agisca maggiormente sulla leva fiscale per incentivare gli aumenti di produttività che rendono le nostre imprese più competitive e al tempo stesso dare maggior respiro ai redditi dei lavoratori dipendenti».

«Quindi - conclude la Cisl - riteniamo necessario che il governo cambi la sua prospettiva e la sua azione: come Cisl ci sentiamo maggiormente impegnati nel contrastare queste scelte sbagliate con la mobilitazione di tutta l'organizzazione a partire dalla manifestazione nazionale del 16 giugno».

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